Noterelle su Repubblica, Saviano, Grillo

Se non vuole candidarsi né prendere parte politica, fa bene Roberto Saviano a tirarsi pubblicamente fuori, come ha fatto ieri, dalle ipotesi sulla eventuale lista civica apparentata con il Pd.
Magari non ci sarebbe la stretta necessità di accompagnare questa comunicazione con l’ennesima denuncia contro chi, nel parlare e scrivere di lui, vorrebbe sempre solo gettargli fango addosso. Ci si può occupare di Saviano, come di qualunque altro mortale soprattutto se è un personaggio pubblico, anche senza perfidi secondi fini e senza “il messaggio implicito”, come lo chiama, che ogni cosa fatta da lui è finalizzata a ottenere consensi per una carriera politica.

Oltre tutto, una risposta così irritata e sovratono sembra davvero contenere un “messaggio implicito”, e cioè che candidarsi non sia cosa che si addica agli spiriti liberi come lui. C’è tanta gente che fa politica e rimane una persona libera, senza schizzi di fango addosso. L’ipotesi della lista civica – com’è noto controversa, in particolare nel Pd – può essere una buona o una cattiva idea, ma un senso ce l’ha. Anche senza Saviano, anzi forse un nome così “pesante” avrebbe rischiato, oltre all’indubbio successo, anche di marcare e personalizzare troppo l’operazione.

Così come sarebbe utile, sempre nell’eventualità, tenere il marchio Repubblica-Espresso fuori da questa storia. Farebbe bene a loro, recuperare e restituire un po’ di autonomia rispetto alla politica. E farebbe bene a tutti, visto che non ci siamo ancora ripresi da un ventennio di partito Mediaset sempre in confusione tra business e affari pubblici.

PS. A proposito di guru: prima di sparare la prossima trombonata, sarà meglio che Beppe Grillo si faccia un giro sull’amata rete. Se l’avesse fatto ieri prima di intimare al presidente della repubblica di rinunciare alle difese previste dal reato di vilipendio al capo dello stato, avrebbe scoperto che esattamente questa stessa cosa Napolitano l’ha già chiesta al parlamento tre anni fa, in un discorso sulla libertà di stampa. Che è sacra, come purtroppo è sacra la libertà di Grillo di parlare a vanvera.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.