L’immortalità delle zanzare tigre

Sono state due appiccicose settimane di caldo torrido. La mano e il gomito si attaccavano su foglio e tavolo e la testa ha avuto quel non so che di ipnotico stato vegetativo tipico delle droghe psicotropiche o di un consumo di ghiaccioli e gelati molto alto.

Ho passato il pomeriggio di ieri da Gabriel controllando la qualità di alcune stampe  nel suo quartier generale estivo: il portico a ridosso del fiume infestato da zanzare tigre. E’ un modo come un altro per sentirsi meno emiliano e più vietcong. Il segreto è non fumare mentre si sparge spray come fosse napalm coprendosi le vie respiratorie.

Al ritorno ho suonato alla porta dei miei genitori per salutarli che erano quasi le nove. Avevano appena finito di cenare e stavano guardando il telegiornale. C’era ancora del melone in tavola, del pane, una caraffa di acqua. Mi hanno invitato a prendere un piatto in cucina e a servirmi.

Dal televisore con la sua inoppugnabile dimestichezza nel rendersi antipatico, come un brujo, Tremonti attivava durante il suo discorso il veleno delle punture di zanzara tigre. In un momento di presenza mentale grazie al salvifico zapping verso Quark e le sue danze erotiche dei popoli sub-sahariani, ho percepito l’arte della sua negromanzia alleviarsi mentre mi induceva ad abbracciare il veleno e l’estasi dei sensi nello schock anafilattico. Tornando su Rai News 24 poco dopo, la febbre tropicale ormai avanzata, il volto abbronzato di Massimo D’Alema egemone mi parlava tradendo l’emozione con un’aureola sopra la testa incoronato Messia in qualche raduno estivo: “E’ chiaro che l’opposizione si deve preparare Emanuele. Siamo una realtà, tu sei una realtà….” il suo discorso in quel momento diventò quasi indistinto “Chi si sente di sinistra, Keynesiano, che vede lo Stato come garante dei propri diritti e protettore delle fasce sociali più deboli prenda un foglio di carta e si faccia la sua tessera di partito con il numero uno scritto sopra. Perchè siete tutti i numeri uno di una democrazia diretta e partecipativa. Non fatevi frodare da questo governo, nè da quelli che abbiamo imbastito alla bene e meglio noi in precedenza. Lo Stato è la più grande conquista che i popoli abbiano mai raggiunto….” ma la febbre ormai avanzava e non sapevo più distinguere tra sogno e realtà.

Un anno e qualche giorno fa è morto Michael Jackson. Ero a Los Angeles e stavo prendendo un greyhound per Las Vegas. Quel bus si fermò sei volte in pieno deserto perchè il motore non ce la faceva proprio. La gente era davvero triste. Anche il bus era triste. Questo pezzo è stato fatto in sua memoria, si chiama “Neverland Discovery Channel” e porta la speranza che in realtà quel personaggio stia solo dormendo nel bosco fatato di Neverland e che non sia morto davvero davvero davvero.

Emanuele Sferruzza Moszkowicz

Mi chiamo Emanuele Sferruzza Moszkowicz, preferisco Em, o Hu-Be. Questo è il mio archivio: www.hu-be.com e questo è un progetto che porto avanti che mi permette di conoscere molte persone: www.scribblitti.com