Le cose, cambiano

C’è questo video su YouTube, dove Mercedes Sosa canta di fronte a una folla sterminata. Non so che concerto sia, dovrei fare delle ricerche in rete, su YouTube non ci sono indicazioni. A occhio e croce potrebbe essere degli anni Novanta o dell’inizio del decennio scorso: Mercedes Sosa è morta nel 2009 a 74 anni. A giudicare dalla folla e dal suo calore, benché lei fosse adorata in tutto il Sudamerica e in molte parti del mondo, il concerto potrebbe esssere nel suo paese, l’Argentina – dove era tornata nel 1982 alla fine della dittatura – ma ci sono anche delle bandiere cilene.
C’è una dolcezza straordinaria in quel video: lei canta e si aggiusta le ciocche di capelli dietro le orecchie, e poi a un certo punto di alza – era solita cantare seduta – e si aggira per il palco accennando qualche passo con un’eleganza eccezionale malgrado la corporatura e i tacchi degli stivali. È bellissima.
La canzone che canta in quel video si chiama “Todo cambia”: l’ha scritta un cantautore cileno, Julio Numhauser, che anche lui fuggì dal suo paese per il golpe militare, e vive tuttora in Svezia. È una canzone che ha guadagnato una tardiva notorietà in Italia in queste settimane, perché Nanni Moretti l’ha usata meravigliosamente per cullare una sequenza del suo ultimo film. E così oggi si sente una canzone di Mercedes Sosa anche negli iPod di alcuni ragazzi giovani e non solo nelle case di certi stagionati intellettuali di sinistra.
Ma andate a vedere quel video.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).