La mia storia di fine anno

Cos’hanno in comune un giocatore NBA, uno “Strade Blu” Mondadori, gli antenati dei Pearl Jam e la metropolitana di Londra? La mia storia di fine anno parte da qui. Anzi, dal fondo. Dalla metropolitana di Londra, “the Tube”.

Sto tornando in hotel dopo aver assistito a una partita di prestagione NBA, tra i gloriosi Los Angeles Lakers e i molto meno gloriosi Minnesota Timberwolves. Hanno vinto gli ultimi (e questo la dice lunga sull’attendibilità delle partite di preseason…) e quella sera il miglior marcatore dell’incontro è un giocatore semisconosciuto al grande pubblico NBA, anche a quello degli appassionati, che risponde al nome di Martell Webster, autore di 24 punti. Per dire, c’erano in campo Kobe Bryant (vabbè, solo 6 minuti) e Pau Gasol, ma i riflettori quella sera illuminano “il Martello”. Non è la prima volta che chiude come top scorer di una partita NBA, perché gli era già successo. Sette volte, per la precisione. In 5 anni e 307 partite NBA, però – e allora capirete che c’è di che festeggiare, anche se è solo un’amichevole.

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Mauro Bevacqua

Nato a Milano, nel 1973, fa il giornalista, dirige il mensile Rivista Ufficiale NBA e guarda con interesse al mondo (sportivo, americano, ma non solo).