La ballata di Amanda Knox

Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito i giorni di fine giugno saranno determinanti: il loro futuro si deciderà probabilmente nelle udienze che si terranno in quei giorni nel corso del processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher. In primo grado Sollecito e la Knox vennero condannati a 25 e 26 anni di carcere, riconosciuti colpevoli di aver assassinato la studentessa inglese nella notte tra 1 e 2 novembre 2007. Contemporaneamente, in un processo separato e con rito abbreviato, è stato condannato per lo stesso reato Rudy Guede: dovrà scontare in carcere 16 anni.

Il processo d’appello sembra andare diversamente dal primo grado. Le perizie cosiddette super partes che erano state richieste dalla difesa già nel primo processo, e che erano state negate, ora sono state ammesse. Due periti nominati dalla corte presenteranno i risultati il 30 giugno. Le cose sono però decisamente complicate. Si trattava di analizzare un coltello, che in primo grado fu ritenuto l’arma del delitto, e un gancetto di reggiseno che apparteneva a Maredith Kercher. Sul coltello la polizia scientifica certificò di aver trovato tracce del DNA di Meredith sulla lama e tracce di Amanda sul manico. Sul gancetto del reggiseno venne invece trovato, sempre secondo la polizia scientifica, DNA di Raffaele Sollecito. Il punto è che l’esame che venne effettuato sul coltello è di quelli cosiddetti irripetibili: ora su lama e manico non si trovano più tracce genetiche. Il gancetto del reggiseno è invece stato giudicato dai periti troppo rovinato per poter essere esaminato ancora. Tra l’altro quel gancetto restò per 40 giorni sulla scena del delitto prima che qualcuno si accorgesse della sua esistenza e lo raccattasse da terra.
Quello che hanno potuto fare i periti è quindi analizzare punto per punto la relazione della polizia scientifica per stabilire se le analisi fatte allora non abbiano corso il rischio di contaminazione come sostiene la difesa (i legali sostengono anche che sul coltello, per esempio, il materiale trovato fosse così infinitesimale da rendere impossibile qualsiasi test).

Ma a fine giugno succederà anche altro. In aula comparirà, per testimoniare, Mario Alessi. È un brutto tipo Alessi, legato a uno dei fatti di cronaca più terribili degli ultimi anni: il rapimento e l’omicidio di Tommaso Onofri, portato via dalla sua casa di Casalbaroncolo, in provincia di Parma, il 2 marzo del 2006 e ritrovato morto un mese dopo. Tommaso aveva solo 18 mesi.

Che cosa c’entra quella storia con il processo di Perugia? Alessi sconta l’ergastolo nel carcere di Viterbo, lo stesso dove è stato recluso Rudy Guede. I due hanno avuto contatti, si sono parlati. Alessi sostiene (ha reso dichiarazione giurata) che un giorno Guede gli parlò della totale estraneità di Amanda Knox e Raffaele Sollecito all’omicidio di Meredith Kercher. Secondo Alessi, Guede raccontò di essere entrato nella casa di Meredith per rubare insieme con un complice: una volta sorpresi, i due avrebbero tentato di immobilizzare la ragazza e il complice l’avrebbe uccisa. A confermare il racconto di Guede ci sarebbero anche altri due detenuti del carcere di Viterbo.

È successo anche, in questi mesi, che uno dei principali testi dell’accusa, Antonio Curatolo, un senzatetto che staziona dalle parti di piazza Grimana, a Perugia, ha un po’ incasinato la sua testimonianza. In primo grado disse di aver visto la Knox e Sollecito nella notte tra 1 e 2 novembre (quella dell’omicidio) insieme in piazza. Se ne ricordava perfettamente perché i due erano vicino agli autobus in partenza per le discoteche. La cosa smentiva ciò che avevano detto i due ragazzi e cioè che la sera dell’omicidio erano sempre rimasti a casa di Sollecito. Durante l’appello, gli avvocati difensori hanno portato a testimoniare i gestori delle discoteche di Perugia: quella notte, che veniva dopo Halloween, i locali erano chiusi, non c’era nessun autobus in piazza. Curatolo si è probabilmente confuso con la notte precedente.

Nel frattempo negli Stati Uniti ormai tutti i giornali e le trasmissioni televisive hanno preso posizione e sostengono l’innocenza di Amanda Knox. La frase che viene ripetuta più spesso è «Amanda e Raffaele sono dentro dal novembre 2007. Negli Usa con indizi così insufficienti i due ragazzi non sarebbero certo in carcere».

Ci sono anche un bel po’ di iniziative per sostenere la ragazza e raccogliere fondi per la sua difesa. L’8 luglio, a Seattle, ci sarà un concerto, Music for Amanda. E poi su Internet circolano appelli, canzoni e ballate. Tipo questa postata su Youtube: un signore stravagante che in qualche modo ricorda Renato Zero canta di Amanda Knox e suona l’armonica camminando con un basco in testa lungo le rotaie del treno.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.