in-App

Non sopporto più l’opzione di acquisto in-App dell’App store di Apple. Sarà che invecchiando si diventa, più facilmente, intolleranti, però non mi piace come questo sistema viene usato e sfruttato dagli sviluppatori e come questo venga premesso da Apple.
In questi giorni ci sono molte notizie di rimborsi, da parte di Apple, che si sta rendendo conto di come la poca trasparenza del processo possa portare l’utente a non avere un controllo dei costi e sta provando a mettere dei paletti di sicurezza un po’ più rigidi, migliorando la notifica e richiedendo sempre e un’autenticazione per gli acquisti. Il problema però non è solo quello dell’inconsapevolezza e della chiarezza dei costi. Il problema è il modo con cui le case di produzione cercano di portare gli utenti meno esperti a spendere e a nascondere il costo reale delle app. Mi spiego meglio: il sistema, di per sé, è fantastico e permette di gestire aggiornamenti e nuovi contenuti, attraverso dei pagamenti successivi all’acquisto vero e proprio dell’app, oppure di dare una versione limitata dell’app e di poter pagare per accedere a tutte le funzioni, oppure ancora di pagare un abbonamento, per dei servizi, attraverso l’app. Ci sono moltissimi sviluppatori che usano questo sistema come uno strumento fantastico per offrire contenuti e per aggiungere opzioni di gioco, o funzioni ad hoc per le loro app. Quello che sta succedendo però è che questo sistema diventa il modo di aggirare alcune regole dello stesso App Store e per consentire di nascondere il costo di quello che si vende. La differenza fra chi usa e fra chi si approfitta di questa opzione è spesso indefinita, qualche volta è palese e imbarazzante.
Dicevo che forse sono io che sto invecchiando, però faccio sempre più fatica a orientarmi in un universo che è diventato eccessivamente grande e che, nella mia sensazione, sta andando un po’ fuori controllo.
Mi piace pagare per quello che uso, ma non mi piace che questo costo non sia chiaro, così come non mi piace che pagare possa diventare un vantaggio in un gioco o che diventi una scorciatoia per obiettivi, altrimenti, irraggiungibili. Così quando vedo un app che mi interessa, controllo quasi sempre se ha opzioni di acquisto in-App, guardo quali sono e, quasi sempre, la scarto, proprio per questo.
Nell’ultimo periodo mi trovo un po’ a disagio proprio in uno dei miei posti virtuali preferiti, forse, perché, come succede nei luoghi reali, sta diventando troppo affollato e commerciale, rubando spazio e visibilità al tanto di buono che c’è, ma che diventa sempre più difficile cercare.

Fabrizio Re Garbagnati

Fabrizio, in un’altra vita, vendeva computer con la mela morsicata, aveva la barba bionda e una faccia molto seria. Adesso la barba è un po’ più bianca ma sorride molto di più, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con le sue fotografie.