Impopolare, aggettivo

Nella puntata di Ballarò di martedì a cui mi avevano gentilmente invitato si sono dette parecchie cose, e parecchie ne ho dette anch’io, grazie a un clima insolitamente poco litigioso e concitato e alla pazienza dei presenti. L’unica eccezione è stata quella del direttore del Giornale Sallusti che ha con scaltrezza parlato sopra e ignorato un’obiezione che avevo cercato di fargli e che mi sembrava abbastanza solida, ma si è persa. La rispiego, perché l’argomento – sbagliato – lo vedo usato spesso.

Sallusti stava esponendo con compiacimento questo elementare concetto, rivolto al rappresentante del Governo Catricalà e a quelli dei partiti che lo appoggiano Carfagna e Serracchiani: ma se la riforma del Lavoro non soddisfa nessuno (non Confindustria, non i  precari, non i giovani, non i pensionati, eccetera), cosa la fate a  fare? È l’evidente dimostrazione che è sbagliata.

Logica di quelle che appaiono convincenti e da fare sì con la testa sulle prime, ma invece completamente sbilenca. Nel chiedere sacrifici a tutti e nello scontentare un po’ tutti sta eventualmente la famosa “equità” di un progetto. Basta pensare, a contrario, a cosa avremmo detto di un progetto di riforma del Lavoro che facesse felici gli industriali e non i lavoratori. O viceversa. O i vecchi e non i giovani. Eccetera.

Non discuto i contenuti, per quello ci sono gli esperti, e la riforma potrà avere molti limiti ed errori. Ma la contraddizione è ancora quella: non si può invocare qualcuno capace di fare scelte impopolari e quando arriva e le fa davvero, protestare perché sono impopolari, o addirittura perché sono ugualmente impopolari presso le categorie diverse.

Altrimenti, ci teniamo i governi che decidono per far contento qualcuno. E Sallusti lo troverà buona cosa.


Vedi anche:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).