Il ritorno di Bill Fay

Bill Fay è un cantautore londinese che pubblicò il suo primo singolo – “Screams in the ears”, gran pezzo, andatelo a cercare – nel 1967: sono passati 45 anni. Poi fece due dischi, tra il 1970 e il 1971, bellissimi (questo lo dico io, certo, e un manipolo di cultori in tutto il mondo): che non vendettero per niente, e fu scaricato dalla casa discografica. E sparì. Molti anni dopo le sue cose cominciarono ad essere recuperate da critici, colleghi ammirati e nuovi fans, che lo paragonano a Leonard Cohen, a Nick Drake o a Van Morrison, per facilitare le cose, ma lo stile di Bill Fay è molto di Bill Fay.
Nel 2005 alcune sue vecchie incisioni inedite furono recuperate e pubblicate. Di lui si erano intanto innamorati i Wilco, band americana indipendente di grande e riverito successo in questo millennio, che suonano una sua vecchia canzone nei concerti. E Jeff Tweedy dei Wilco lo ha convinto a fare un nuovo disco: a quasi settant’anni, quarant’anni dopo il precedente, primato piuttosto notevole.
Il disco nuovo di Bill Fay – “Life is people” – è uscito da poco, e le recensioni lo chiamano capolavoro. Dentro c’è una sua fantastica cover di “Jesus, etc.”, dei Wilco.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).