Il precedente tra Veltroni e Renzi

La battuta su Veltroni, oggi Renzi se la poteva risparmiare: non solo perché è una battuta scarsa, da deputato PdL di terza fila (“i successi maggiori li ha avuti come romanziere, piuttosto che come politico”), ma anche perché non è sostanzialmente vera e Veltroni ha combinato cose che resteranno nella politica italiana, e nella letteratura non ancora, malgrado i buoni risultati.

Ma Renzi una cosa si può permettere di dirla, su un insuccesso passato di Veltroni, e i veltroniani non possono fingere di essere stati attaccati a tradimento. E il leale Pietro Ichino dice una cosa falsa quando prende le distanze da Renzi e dice: «se lui è Sindaco di Firenze, e oggi può competere con successo per la leadership del Pd, lo deve a una concezione e struttura del partito stesso, imperniata sulle primarie, che dobbiamo interamente al suo fondatore e primo segretario».
Si dà invece il caso che Renzi sia sindaco di Firenze malgrado il PD e il suo segretario: che a quelle primarie appoggiarono un altro candidato, che Renzi sconfisse. Si trattò della vittoria che oggi è il precedente rilevante nel curriculum di Renzi: la capacità di battere in una competizione il candidato sostenuto dal suo partito contro di lui.
Non “lo deve” quindi di certo a Veltroni – che si limitò a consentire saggiamente alle primarie che sarebbe stato scandaloso non fare – se è sindaco e oggi ha delle chances di diventare più che sindaco: fosse stato per Veltroni, il sindaco di Firenze oggi sarebbe Lapo Pistelli e Renzi non avrebbe nessun capitale da spendere.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).