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  • Venerdì 18 novembre 2011

Il D-Day del Decoro Day

Ad un certo punto (tutto il Decoro Day si può rivedere qui) Alemanno ha iniziato a parlare da blogger antidegrado di vecchia data. “Mafia dei cartelloni”, “battaglia epocale”, “teoria delle finestre rotte” (!). Per inciso, sulla teoria delle finestre rotte faccio notare che sì, è tutto vero, ma qui si sono portati via anche il palazzo. Trent’anni fa potevamo parlarne, ma ora siamo nella fase del già successo, quindi dobbiamo pensare a come ricostruirle, le finestre (e il palazzo).

Comunque, “politici”, si penserà, che dicono quello che vogliamo sentirci dire. Forse è vero, però quando senti l’assessore Visconti o il comandante capo dei Pics citare i blog che conosciamo come serbatoio di segnalazioni tutto diventa più attuale e concreto, “reale” direi. Ed email vere a cui scrivere, per noi che siamo cresciuti sognandoci di notte la canzoncina d’attesa della municipale.

Poi sono anche intervenuti blogger e associazioni, che a Roma significa che si fa nottata. Tra quelli che c’erano, 21 iscritti a parlare, per dare una fotografia immediata per chi si fosse collegato solo in questo momento.

Qualche annotazione sparsa: si è parlato poco di auto, il vero problema dei problemi a mio parere, non correttamente considerato come saldato intimamente con il decoro. Se risolvi la cartaccia risolvi solo parzialmente un problema estetico, che è a sua volta favorito dal disordine visivo di cui le macchine sono coprotagoniste. Tralasciando morti, tumori, stress sociale e cose varie.

E se da un lato permetti (“teoria dei finestrini rotti”, direi), non riesci poi dall’altro a sanzionare bene la cacca del cane, in una scala di disvalori percepita in cui noi, popolo bambino di una giovane democrazia, abbiamo un po’ più bisogno di essere guidati, specie in una grande città dove la logica della “piccola rinuncia” per il bene maggiore della migliore convivenza è impensabile che sia accettata spontaneamente. Ma pure a Parigi risolvono con i paletti sui marciapiedi, che vi credete.

Altra cosa: si dovrebbe un po’ uscire dalla logica della segnalazione iper-specifica, e qui ci siamo un po’ tutti dentro. Chiaro, in una fase 1 (che dura da decenni) è importante pungolare, per far vedere che ci siamo. Ma ormai possiamo spingerci al monitoraggio, che pure un po’ si fa in realtà.  Dobbiamo iniziare a ragionare come l’Ama, che si fa il suo bel giro quotidiano, mica raccoglie la spazzatura se la chiami per un cassonetto pieno.

Se ci sono locandine (o auto) su un certo asse viario, quell’asse dovrebbe essere l’asse che già si conosce e dove è previsto un intervento ogni tot, non riavviare ogni volta il pachiderma del singolo intervento. E il monitoraggio, se studiato a livello direi quasi ingegneristico, spiazza anche l’imbrattatore, o il parcheggiatore, perché ti fa sembrare 50 con una forza di 5. Io ce l’avevo pure un foglio elettronico per organizzare le multe, da qualche parte.

Tornando all’evento, anche se viene venduto come la “soluzione” è in realtà ancora una presa di coscienza, credo che nessuno abbia frainteso. La soluzione, quando sarà (coraggio, ancora 5-6 anni di pazienza), consisterà in provvedimenti di emergenza per una situazione di emergenza, complice un sindaco che non vorrà essere rieletto. Ma bene comunque, anche la presa di coscienza.

Giornate come questa non voglio dire che fossero impensabili fino a quale tempo fa, perché si inseriscono esattamente in una cronologia ottimistica di eventi (ora siamo nella fase: avremo tirato troppo l’elastico?). Blog e comitati hanno però velocizzato i tempi, stanno sempre lì, crescono, sono quantomeno lo specchio di un disagio che all’italiana, in ritardo, in modo disorganizzato e tutto quello che si vuole, ma sta venendo intercettato. Andiamo avanti.