Il cortocircuito di Pontida

Per la prima volta dopo molti, moltissimi anni si è inceppato il meccanismo perfetto che ha consentito alla Lega una lunga serie di vittorie irresistibili.

Il segnale è chiaro: la Lega pensava di godere del calo di consensi del Pdl, di fare un po’ l’elastico (presentandosi un po’ con il Pdl, un po’ da sola), di proseguire nel tradizionale gioco delle parti nei confronti dei candidati meno graditi (il caso di Milano è paradigmatico), di rimproverare al governo di cui fa parte tutto quello che non va, come se fosse una forza di opposizione. Bossi ostentava, in proposito, molta sicurezza. Anche ieri, ai seggi («vinciamo al primo colpo», ha detto).

Questa volta, ed è la prima volta, il gioco non è riuscito. La Lega non sfonda a Milano. Il suo candidato varesino – espertissimo nel fare il leghista con i leghisti al governo – si ferma sotto al 50 per cento. A Gallarate, non va nemmeno al ballottaggio. A Novara, la “piccola patria” di Cota, non si impone al primo turno (anche perché il Movimento 5 Stelle raccoglie molti consensi in chi rifiuta il sistema, sostituendosi in una delle funzioni vitali del leghismo delle origini). E l’effetto Cota non si sente nemmeno a Torino (o forse si sente…).

Conta, certo, l’alleanza di B&B, sempre più stretta e sempre meno popolare. Ma ci sono, mi pare, altre considerazioni da fare.

Alcuni cavalli di battaglia della Lega si stanno probabilmente ridimensionando. Stamane, in tv, mi hanno colpito le telefonate di due anziane signore che chiamavano da una zona periferica di Milano (il Corvetto) e che banalizzavano la «questione della sicurezza». Per me, è la prima volta che il tema dei temi è fatto oggetto di una tale rilettura, dopo vent’anni di propaganda e di esagerazioni (senza concrete soluzioni). Lo stesso vale per l’economia e per il lavoro: forse ci si è resi conto che la Lega non ha saputo offrire, in questi anni, alcuna soluzione alle grandi questioni del nostro tempo.

Aspettiamo i ballottaggi e le mosse di Bossi per capire che cosa accadrà al movimento padano: chissà se Bossi vorrà (e potrà) cambiare ruolo e superare questa curiosa forma di parassitismo nei confronti del suo alleato principale (parassitismo, in questo caso, non è termine offensivo, ma tecnico: viene dal greco e ha a che fare con il cibo e con la vicinanza).

La politica, si sa, è fatta così: prima o poi le contraddizioni emergono. Alla luce del sole. Delle Alpi.

Pippo Civati

Pippo Civati è il fondatore e direttore della casa editrice People. È stato deputato eletto col Partito Democratico e ha creato il movimento Possibile. Il suo nuovo libro è L'ignoranza non ha mai aiutato nessuno (People).