Il buonismo non paga

Ben oltre la consueta umana eccitazione che travolge le redazioni quando succede qualcosa di grosso, anche quando è qualcosa di brutto, è leggibile nelle prime pagine di Libero e del Giornale (e anche del Tempo, qui l’editoriale) il brivido entusiasta e felice che ha percorso alcune schiene quando la possibilità di una strage islamista si è manifestata in arrivo dalla Norvegia, ieri.

Al Giornale, dove si era mobilitata con passione anche Fiamma Nirenstein in un editoriale con grande evidenza, hanno avuto il tempo di smontare a un certo punto la prima pagina già diffusa, e ricostruirne una che prendesse atto della cantonata precedente, rimuovendola. A Libero non ne hanno probabilmente avuto il tempo (“Che sia un episodio di guerra santa è indubbio”, dice l’articolo). La considerazione generale è che uno può anche pensare che l’Islam ci vuole mangiare tutti, e orrendi uomini barbuti sono pronti a scannarci mentre noi diciamo loro buonasera, ma forse prima di urlare felice “ecco, ecco, avete visto?” sarebbe saggio darsi il tempo di non fare una figuraccia.

Una considerazione particolare riguarda invece la specifica titolazione di Libero, che induce a un interessante paradosso.

“Con l’Islam il buonismo non paga”

Adesso, aspettiamo più saggiamente di avere spiegazioni certe: ma per ora quello che pare essere successo ieri è che un bianco europeo antiislamico abbia adottato un’iniziativa decisamente antibuonista nella sua protesta contro quello che ritiene buonismo con l’Islam. Ovvero, un potenziale lettore di Libero – non fosse la lingua – che ne condivide esattamente la linea nei confronti di uno dei più importanti temi della contemporaneità, ha deciso di aderire nei fatti alla proposta di Libero: smetterla col buonismo, perché non paga. Passare ad altro.
Interessante, no?
Speriamo che invece si scopra che era solo arrabbiato con la fidanzata, altrimenti cosa si dirà in prima pagina su Libero, domani?

aggiornamento: ecco cosa.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).