Il bavaglio sugli occhi

Dall’inizio della guerra sulla legge sulle intercettazioni, rispetto alla difficoltà di sgrovigliare la discussione (l’uso nelle indagini, l’uso sui giornali, l’uso contro la mafia, le intenzioni di Berlusconi, gli interessi dei giornali) mi vado chiedendo che giudizio ne abbiano gli esperti stranieri: come funzioni da loro, se l’anomalia italiana – si tratti dell’anomalia Berlusconi o dell’anomalia mafia – renda imparagonabile il problema con gli altri paesi o se si possano prendere a modello funzionamenti più “sani” del rapporto tra tribunali e informazione.

Da qualche giorno, sul Post, abbiamo quindi cominciato a cercare sulla stampa estera commenti alla legge in discussione: colpiti anche dal fatto che i suoi critici più agguerriti siano in Italia i giornali che di solito molto rapidamente coinvolgono nelle loro battaglie i giudizi severi della stampa estera su Berlusconi e i suoi disastri, e che invece in questo caso ne mostrano ben pochi. Sarà mica perché non ci sono giudizi severi, ci siamo chiesti?

Il risultato della ricerca è che giudizi severi su Berlusconi ce ne sono tuttora moltissimi, ma gli articoli che entrano nel merito della legge dicono anche cose più complesse, e ne assolvono gran parte attaccando lo stato di cose italiano sulle questioni affrontate dalla legge. Sono molto pochi a farlo: la copertura dei giornali stranieri riguarda nella quasi totalità le proteste contro la legge, e quasi mai la legge stessa (ieri Repubblica ha finalmente fatto vedere cosa dicono i giornali stranieri, ma tutti gli articoli citati parlavano della protesta di Repubblica). Come se gli stessi osservatori stranieri fossero impreparati a capire la questione, a meno di non rifarsi alle analisi che leggono sui giornali italiani. I passaggi più interessanti sono quelli dell’Economist:

Un conto sono le cattive intenzioni, un conto sono le cattive leggi

Alcune delle restrizioni proposte dalla legge sono ritenute normali in molti paesi

E questa capacità di distinzione tra pessime intenzioni della maggioranza e questioni di merito da capire caso per caso mi pare manchi ai critici più agguerriti della legge, e ne indebolisca e renda meno credibile la battaglia. E renda invece, sul tema, più equilibrato quello che oggi scrive Giuliano Ferrara sul Foglio:

La legge sulle intercettazioni è criticabile, migliorabile, emendabile? Questo è un discorso, magari razionale. Le intercettazioni non sono un problema in Italia, da noi si deve poter sputtanare la gente in piena licenza, senza regole? Questa è fuffa, esca per lettori gonzi.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).