Fra Becchi e Brunetta

Era una delle gag più divertenti di Diego Bianchi, detto Zoro, ai tempi del governo Monti: l’antennista, o l’idraulico, che si presenta alla porta di casa a nome del governo dei “tecnici”.

Alla faccia della rivincita della politica, la gag potrebbe diventare realtà in questa legislatura, visto che nel M5S si pensa, come candidato alla presidenza della commissione vigilanza Rai, appunto a un tecnico: per la precisione l’ex tecnico video di Saxa Rubra, ora deputato, Stefano Vignaroli.
Nulla di male: un tecnico Rai non potrebbe fare peggio dei tanti giornalisti Rai che diventati parlamentari si sono occupati della propria azienda (anche se nessuno ha mai avuto il cattivo gusto di farli presidenti della Vigilanza). Ma insomma, siamo sempre lì, Cinquestelle è una continua improvvisazione, un happening permanente.

Sui temi sui quali la politica – non sempre, non tutta – ha imparato a muoversi con cautela, i grillini si muovono provocando sconquassi. Col carabiniere Giangrande ancora tra la vita e la morte, l’ormai famigerato professor Becchi straparla di italiani che prendono il fucile (contro il ministro Saccomanni, poi). Torniamo al Bossi dei suoi momenti peggiori. E i gruppi parlamentari di Grillo (non Grillo in persona) devono precipitarsi a prendere le distanze da un personaggio che, per quanto proponga teorie demenziali, è comunque ammesso nell’inner circle del blog del fondatore.
Ogni giorno ne capita una del genere. Le espulsioni dopo l’allestimento della gogna sul web. I numeri ridicoli della consultazioni sul Quirinale. Le dinamiche assurde dei dibattiti a porte chiuse, del rapporto con l’informazione, delle relazioni con gli altri partiti. Gli scontri in periferia, appena attutiti dal regime di segretezza.

Quando ci si rammarica dell’alleanza che il Pd ha dovuto fare col Pdl, bisognerebbe tenere a mente qual era l’alternativa, peraltro assai ipotetica, proposta durante le convulse discussioni fra democratici. Davanti a ogni prova, in occasione di ogni contatto, quelli di M5S si sono rivelati magari ottime persone ma interlocutori impossibili. Governare l’Italia insieme a loro, a ogni verifica, rimane sempre ciò che è parso fin dall’inizio: una pazza idea.
Così ora, per non dover convivere col professor Becchi, il Pd deve adattarsi a trovare qualcosa di buono nel professor Brunetta. Un destino difficile, ma anche una bella lezione.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.