Flash Shame!

Ho scoperto, grazie al mio amico artista Vacon ed ai suoi commenti, un articolo su un episodio che pare veda coinvolta la rivista Flash Art. Potete leggere qui l’accaduto nel dettaglio; per chi ama la sintesi, invece:

Ho un ossessione per il suo viso, è sempre così diverso ma così uguale

a) Flash Art Italia pubblica un annuncio di stages non pagati b) Una ragazza disoccupata si è permette di lamentarsi col direttore (Giancarlo Politi) scrivendo che lavorare gratis per 10 mesi è qualcosa che può fare solo chi non ha bisogno di lavoro c) Il direttore le risponde [aggiungo, con la consueta arroganza] elencandole le competenze necessarie per avere il lavoro da stipendiata d) La ragazza risponde facendogli notare che lei tutte quelle competenze ce l’ha e) Il direttore [voilà, il fine retore] le dà della mignotta.

Leggetelo, guardate la foto, rileggetelo: "Caterina, come vedi ora anche le mignotte debbono parlare 4 lingue, conoscere l’arte e inDesign. Il globalismo fa miracoli”

Ora, ho sempre trovato la rubrica “Lettere al direttore” di Flash Art l’idea platonica della lettura irritante, e questo era forse il suo fascino. Ma se questa uscita fosse vera, è di un livello superiore, e potrebbe costare un bando dall’ Iperuranio in quanto troppo irritante. Nell’ annuncio originario di Flash Art si legge inoltre “Teniamo a precisare che, ahinoi, per almeno 8-10 mesi, il rimborso spese per uno stagista che deve imparare tutto, è minimo, quasi inesistente. Chiedete altrove quanto percepisce uno stagista.” La risposta, almeno qua a Berlino, è “dai 400 agli 800 euro al mese, e si scusano giustamente dicendo che è poco”. Inutile ribadire come lo sfruttamento dello stagista sia uno dei tanti fenomeni che ci differenziano dal resto dell’Europa – lo sanno tutti, tranne ovviamente chi pubblica gli annunci di stages.

Leggetelo, guardate la foto, rileggetelo: "...se tu fossi in grado di lavorare per noi ti offrirei subito, anzi, prima, due o tremila euro al mese. Prima impara a scrivere, a leggere dai siti e giornali del mondo, a fare una notizia in dieci righe, a fare l’editing di un testo, a impaginare con inDesign e poi potrai avanzare pretese."

 

 

Ma la cosa che farebbe più rabbia di questo ennesimo, banale episodio della categoria mentale quelli-che-fanno-rabbia-quando-penso-all’Italia, se fosse confermato, è che non ci sia più alcuna maledettissima decenza. Persino persone teoreticamente a capo dell’ Intellighenzia del paese [ahaha], dicono e fanno proprio quel che cazzo gli pare. Viene voglia anche a me dunque, di dire e fare quel che cazzo mi pare e

Affido al vostro sentimento e fantasia le parole prive di decenza che vorrei usare, ma che non uso, perchè la decenza, come l’eleganza, è un bene comune. E sottovalutato.

Per chi condivide il mio feticismo per quest'uomo

(Aggiungo per correttezza che ancora non c’è stata alcuna risposta da parte di Flash Art, qualora la notizia si dovesse rivelare falsa mi scuso, ma da lettore della rivista riconoscerei lo stile di quelle rispostine irritanti ovunque, ormai. Sarò comunque lieto di pubblicare qualunque risposta o smentita riguardo questa notizia)

[Aggiornamento 14.10.8.34h: Sono stato contattato dalla sedicente “miss mignotta poliglotta” (d’ora in poi Mmp) ed ho avuto qualche delucidazione in più rispetto all’articolo che ho citato come fonte. Si tratta di uno scambio di email privato tra lei e il direttore di FA, che di forward in forward è apparso nella rete. Mmp sta cercando di pubblicare le mail su qualche quotidiano, ma per paura di una denuncia ancora non si muove. Com’è stato giustamente commentato lo “Zeitgeist” nel testo si sente, ma ora che ne ho la conferma mi sento in dovere di aggiungere che si tratta comunque di voci, e come tali devono essere interpretate fino a prova contraria. Metto dunque la mia indignazione in un frigorifero preventivo, anche se il mio intuito va ben oltre.]

[Aggiornamento 14.10 16.52h: La risposta di Flash Art. A questo punto, parola della ragazza contro parola del direttore, non è possibile dare un giudizio senza prove. Lascio nel frattempo alla vostra sensibilità  l’ardua sentenza.]

[Aggiornamento 14.10 19.25h: Qualcosa non torna, e sempre ad onor del vero lo segnalo. La risposta di Flash Art di cui sopra, parla di uno stage pagato 350-500 euro mensili (ottimi per la media Italiana, specie presso una rivista così prestigiosa). Ma la precedente newsletter parla di uno stage a rimborso “minimo o quasi inesistente”. La domanda è, i superspecializzatiprofessionisti di FA sono dei pubblicitari pessimi a tal punto da trasformare “350-500 euro” in un rimborso “minimo quasi inesistente”? Può benissimo essere. Mi domandavo inoltre quale sia la differenza tra escort e mignotta, ora scendo per strada, lo dico a qualche donna e vedo la reazione, ma questa è una cosa a parte.]

Francesco D'Isa

Artista e scrittore. Da quando è nato, nel settembre del 1980 a Firenze, Francesco D'Isa ama la sintesi e odia la biografia.