Educazione civica

Ricordo che, quando ero piccolo, a scuola c’era l’ora di educazione civica. Credo dovesse servire a farci diventare buoni cittadini. Non ricordo molto di cosa si parlasse, durante quell’ora. C’erano di mezzo leggi, articoli, forse la costituzione. Ricordo però che l’insegnante non sembrava molto convinta, e infatti di ore di educazione civica forse ne avremo fatte due o tre in tutto l’anno, poi chissà come è finita. Adesso, quando sento in qualche dibattito che noi italiani non siamo buoni cittadini, e che la ragione sarebbe che non ci insegnano l’educazione civica, io penso: boh.

Io penso che, per essere buoni cittadini, nelle scuole si dovrebbe insegnare a saper leggere una statistica, a valutare le grandezze, a interpretare un grafico, a non scambiare una correlazione con un rapporto di causa-effetto, a capire cosa significa davvero fare una previsione, a ragionare in modo quantitativo, a valutare le incertezze, a soppesare le prove, a selezionare le ipotesi, a interpretare i fatti in modo obiettivo, ad analizzare logicamente un’affermazione, a saper formulare le proprie idee in modo logico, a capire se una domanda è ben posta – potrei continuare a lungo ma credo si sia capito il punto. Penso che ci vorrebbe più educazione scientifica.

Fate un esercizio: guardatevi attorno, aprite una pagina di giornale a caso. Non c’è decisione importante che non richieda qualche valutazione di tipo quantitativo, una conoscenza approfondita dei meccanismi di funzionamento del mondo. Non sapere niente di scienza e di metodo scientifico significa ormai essere vittima di un analfabetismo molto peggiore di quello che impediva ai nostri trisnonni di dare un senso ai segni tracciati su un foglio di carta. Significa essere in balia del venditore di fumo di turno, dei seminatori di ansia, degli spacciatori di ricette semplicistiche per problemi complessi. Significa vivere ottenebrati, sopraffatti dal rumore di fondo di informazioni superflue, allarmistiche o infondate. Significa fare scelte irrazionali che prima o poi si pagheranno care, economicamente, o in termini di qualità della vita. Alla fine, in pratica, non essere educati scientificamente significa non essere buoni cittadini.

Amedeo Balbi

Amedeo Balbi, astrofisico, è ricercatore all'Università di Roma Tor Vergata. Il suo (altro) blog è Keplero. I suoi libri su Amazon. Twitter: @amedeo_balbi