È uno sciopero, baby

Il Post domani sciopera e come ha spiegato in questi giorni è convinto delle ragioni della protesta e poco convinto dei suoi modi: uno sciopero è sempre la scelta più facile e pigra, ma non è il giorno giusto per discuterne (verrà prima o poi, però, no?).
La cosa di lana caprina che volevo invece aggiungere qui è quanto mi sembri priva di fondamento, nella sua esposizione che tutti sbandierano, la tesi per cui sarebbe assurdo protestare col silenzio contro una legge che pretende il silenzio. Son tutti lì a ripeterlo convinti di aver pensato una cosa furbissima e ovvia assieme. Ma lo sciopero è uno sciopero, e impone la sottrazione dal lavoro. Anche gli operai minacciati di perdere il lavoro scioperano e quindi non lavorano, e nessuno va a dire loro che è una sciocchezza protestare contro il rischio di non lavorare non lavorando.
Oppure non ci hanno mai pensato: vedo già Feltri andare a spiegarglielo, alla prossima occasione.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).