Due brutti ceffi e l’omicidio di Meredith Kercher

Ci sono due brutti ceffi che in qualche modo stanno diventando protagonisti nella storia del delitto di Perugia. In autunno ci sarà il processo d’appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati rispettivamente a 26 e 25 anni per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto nella notte tra 1 e 2 novembre 2007. Be’, ci sono questi due tipi, criminali veri, che in qualche modo stanno sparigliando le carte, rimescolando moventi e protagonisti. Insomma, stanno facendo un bel casino.
Il primo si chiama Mario Alessi, deve scontare l’ergastolo. Il suo nome è legato a una delle vicende più brutte degli ultimi anni: il rapimento e l’omicidio di Tommy Onofri, il bambino di soli 18 mesi prelevato da casa sua, a Casalbaroncolo, pochi chilometri da Parma, il 2 marzo 2006 e ritrovato morto dopo un mese, coperto da poche foglie e un po’ di terriccio, vicino al torrente Enza. Alessi e il suo complice, Salvatore Raimondi, si rimpallano le responsabilità. Tutti e due dicono che a uccidere il bambino è stato l’altro. Alessi adesso ha anche chiesto perdono alla mamma di Tommy (lei ha risposto che le sue richieste Alessi può anche tenersele. Che stia buono in cella, insomma).
Il secondo si chiama Luciano Aviello, è un camorrista quarantenne, un ex ragazzo dei quartieri spagnoli di Napoli. Ora è in carcere ad Ancona per estorsione, ha scontato in tutto 16 anni per reati legati ad associazione mafiosa. È un collaboratore di giustizia, oppure un ex collaboratore, non si capisce bene. Ha bussato alla porta di un po’ di giudici ma pare non abbia mai rivelato nulla di fondamentale.

E cosa c’entrano questi due tipi con il delitto di Perugia? Già. Be’, Mario Alessi c’entra perché era in carcere a Viterbo, vicino di cella di una ragazzo ivoriano, Rudy Guede, anche lui condannato in primo e secondo grado per l’omicidio di Meredith Kercher. Guede avrebbe detto ad Alessi, che poi lo ha racontato ai magistrati, che a uccidere la ragazza inglese sarbbee stato un suo complice, di cui Alessi dice di non sapere però il nome. Guede avrebbe raccontato che lui e l’amico erano entrati nella casa di via della Perogola, a Perugia, per rubare, e poi, sorpresi da Meredith, l’avrebbero uccisa. Cioè, a uccidere sarebbe stato l’altro. Guede la teneva ferma. Questo Mario Alessi è pronto a ripetere al processo d’appello, scagionando di fatto Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Che, secondo Alessi, e cioè secondo le parole di Guede, proprio non c’entrano ulla.
E Aviello? Lui invece racconta che a uccidere Meredith Kercher sarebe stato suo fratello. Dice Aviello: «Io vivevo a Peurgia e per sottrarre mio fratello alle brutte compagnie napoletane l’avevo fatto venire da me, in Umbria». Una sera il fratellino di Aviello torna a casa sporco di sangue. Dice di essersi ferito scavalcando un muretto. Però poi, dietro insistenza di Luciano, il ragazzo racconta la verità. Sarebbe entrato nella casa di via della Pergola per sbaglio perché in realtà voleva rubare in una villa di ricchi. Era con un complice. Quando sono stati scoperti hano ammazzato Meredith. Aviello dice di avere le prove. Spiega di aver sotterrato il coltello usato per il delitto vicino a casa sua, coprendolo con terra e calce. E spiega di aver sotterrato anche le chiavi di quella casa, che suo fratello ha portato via.
Ora, qui la cosa strana è che le chiavi non sono davvero mai state ritrovate e questo particolare non era stato divulgato. Almeno così sostengono i difensori di Amanda Knox.
Fin qui i racconti. C’è da dire che Rudy Guede, interrogato, ha negato di aver mai parlato con Mario Alessi (anche se altri due detenuti confermerebbero la cosa). E poi che Luciano Aviello già in passato aveva sostenuto di avere rivelazioni fondamentali sulla scomparsa di Angela Celentano, la bambina che sparì nel nulla il 10 agosto 1996 sul monte Faito. Insomma, è uno che di quando in quando spunta in mezzo alle indagini sui delitti più brutti e dice di sapere una sacco di cose.
Fatto sta che o sia Alessi sia Aviello mentono oppure uno solo dice qualcosa di vero. Tutti e due no. Le due storie si contraddicono. Per Alessi, Guede ha in pratica confessato. Per Aviello, invece a confessare è stato il fratello. Insomma, o l’una o l’altra.
Era già abbastanza brutta la storia di Perugia, complicata e ancora piena di cose da capire e da riesaminare. Ora rischia di diventare un casino, in attesa di straordinarie rivelazioni di qualcun altro (possibilmente ergastolano).

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.