Dieci domande ad Amanda Knox

Ho sempre pensato che Amanda Knox e Raffaele Sollecito siano innocenti. Nessun complotto, nessun accanimento, per carità. Semplicemente, le persone sbagliate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ho conosciuto la famiglia di Amanda, sono brave persone, la loro vita è sconvolta. Viaggiano incessantemente tra Seattle e Perugia, per sostenere le spese hanno venduto tutto, anche la casa. Ho parlato con Veronica, la sorella di Raffaele. Era un carabiniere, anche la sua vita è stravolta. Non sono un magistrato, non tocca a me giudicare per fortuna. Le mie opinioni non contano. Penso che siano innocenti ma poi non lo so. Come si dice, non ho gli strumenti necessari per avere una convinzione definitiva.
C’è una brava giornalista, Barbie Latza Nadeau, che vive a Roma e fa la corrispondente di Newsweek oltre che di una serie di reti televisive. Ha scritto un libro, “Angel Face”, in cui racconta agli americani alcuni aspetti della vicenda che loro non hanno mai saputo. Non dice «Amanda è colpevole» o «Amanda è innocente». Semplicemente la racconta, come si racconta la vita di una ragazza americana di vent’anni che studia all’estero. Poi, sul suo sito, elenca dieci domande che, da giornalista, vorrebbe porre ad Amanda Knox. Sono domande giuste, le vorrei porre anch’io. Eccole;

1) Perché tu e Raffaele Sollecito avete spento i vostri telefoni cellulari alla stessa ora, la sera del 1° novembre 2007? E perché li avete riaccesi nello stesso istante, la mattina dopo? Voi avete detto alla polizia che quella mattina avete dormito a lungo, i cellulari però furono riaccesi molto presto. Come mai?

2) Perché sanguinavi? I tuoi avvocati sono stati d’accordo con i pubblici ministeri sul fatto che minuscole tracce del tuo sangue mischiato a quello di Meredith siano state individuate dove Meredith è stata assassinata. Tua madre ha detto che avevi le mestruazioni. Il tuo papà acquisito ha invece spiegato che avevi un’infezione all’orecchio per un piercing. Qual è la verità?

3) Quando hai capito che la tua accusa nei confronti di Patrick Lumumba era un errore, perché non lo hai detto alla polizia? Hai confessato a tua madre di sentirti molto in colpa per questo, ma perché non lo hai scagionato?

4) Perché sei andata con Raffaele in questura, a Perugia, la mattina del 4 novembre? Non eri stata convocata: pensavi di essere sospettata?

5) Come mai non c’erano tracce tue e di Raffaele nella casa del delitto? Eppure il giorno prima siete stati in quella casa e, la mattina dopo l’omicidio, prima che venisse trovato il corpo di Meredith,  hai fatto una doccia. Com’è possibile che l’unica vostra traccia fosse una mezza impronta su un bicchiere in cucina?

6) Perché hai portato uno straccio e un secchio da casa tua a quella di Raffaele? Hai detto che ti servivano per pulire una macchia in cucina ma per tua stessa ammissione quella macchia era molto piccola. Poteva quindi essere pulita tranquillamente in altro modo. A cosa ti sono realmente serviti straccio e secchio?

7) Se potessi tornare indietro al 3 novembre 2007, faresti qualcosa di diverso? Andresti alla messa per Meredith? Accompagneresti Raffaele in questura? Avresti lasciato l’Italia partendo per la Germania come ti consigliava la tua famiglia?

8) Cosa pensi che sia accaduto quella notte? Chi credi che abbia ucciso Meredith Kercher?

9) Che cosa pensi realmente della giustizia italiana? Hai detto di aver avuto un processo giusto ma, negli Stati Uniti, molti tuoi “sostenitori” descrivono in maniera grottesca il sistema giudiziario italiano. Che cosa pensi realmente?

10) C’è qualcosa che avresti voluto dire alla Corte e che non hai detto? Hai usato questa frase: «Voglio togliermi la maschera da assassina», ma non hai mai detto «Io non ho ucciso Meredith». Perché non hai detto questa semplice frase?

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.