Cos’è PlayStation Now e come funziona

Stamattina alle 9 è partito in Italia un servizio già attivo da qualche tempo in diversi paesi del mondo. Si chiama PlayStation Now ed è disponibile come applicazione su PS4 e su PC (per ora solo Windows). Insieme all’Italia oggi si aggiungono penisola iberica e Scandinavia. PlayStation Now era già disponibile in UK, Irlanda, Germania, Austria, Francia, Svizzera e Benelux. PlayStation Now è un servizio simile a una piattaforma di streaming di contenuti video, come Netflix, RaiPlay o Amazon Prime Video, ma dedicato ai videogiochi. Ecco come funziona.

Per 15€ al mese o 100€ l’anno ci si può abbonare a un catalogo che al momento conta oltre 600 giochi per PS2, PS3 e PS4. Il numero dei giochi disponibili sulla piattaforma sta crescendo costantemente da quando, nel 2014, il servizio è stato lanciato in Nord America.

Si gioca in due modi diversi: in streaming o in download. Cominciamo con il download. Il meccanismo è simile a quello attuale del PlayStation Store: scegli da un’interfaccia che comprende sia un elenco consultabile che una serie di proposte gestite da un algoritmo che ricorda le tue scelte (come Netflix). Questa opzione è disponibile solo a chi usa una PS4 e non comprende i giochi PS3, che per ragioni di architettura non possono essere scaricati e fatti girare su una PS4. I giochi scaricati stanno nell’hard disc esattamente come qualsiasi altro gioco comprato o installato, e sono nella loro versione commerciale, con la risoluzione originale e tutte le caratteristiche annesse. Lo streaming invece è tutto un altro mondo. Ci si accede sia da PS4 che da PC, ci sono tutti i titoli della piattaforma, ma a far girare il gioco non sono il nostro pc o la logica della nostra console, ma il cloud computing. Non stiamo parlando del cloud come archiviazione remota, ma come computazione remota, calcolo a distanza, con le caratteristiche di velocità necessarie per poterci giocare. La risoluzione massima dei giochi in streaming è 720p e la banda consigliata per usufruire del servizio senza problemi e limitazioni è 5Mbs.

PlayStation Now non va confuso con PlayStation Plus, cioè l’abbonamento necessario per giocare online con la PlayStation, che offre anche dei giochi piccoli o non nuovissimi ogni mese compresi nel prezzo. Vista la diffusione sempre crescente del gioco online, da Fortnite e FIFA in giù, quasi tutti gli utenti PlayStation sono abbonati a Plus.

PlayStation Now si può provare gratuitamente per una settimana. Tra i titoli disponibili al momento ci sono le esclusive Sony come Bloodborne, The Last of Us o God of War. Poi ci sono ovviamente molti giochi piccoli. Ma soprattutto c’è un archivio di titoli per PS2 e PS3 che non si trovano più e non si sa dove far girare: un patrimonio vintage che sarebbe altrimenti andato perduto. Tra i giochi grossi pubblicati da altri editori c’è il primo Red Dead Redemption, il cui secondo capitolo uscito lo scorso autunno è senza dubbio la produzione più vasta degli ultimi tempi.

Sony è stato il primo grande gruppo a offrire un servizio del genere fin dal 2014, ma la concorrenza è in arrivo. Prima di tutto c’è Microsoft con il suo Xbox Game Pass, che esiste dalla primavera del 2017 ed è un servizio di abbonamento (10€ al mese) per ora è solo in download con circa 200 titoli disponibili. La prossima settimana alla Game Developers Conference di San Francisco, la fiera videoludica dedicata agli addetti ai lavori sia grandi che piccoli, capiremo quale sarà la contromossa di Microsoft, che sembra voler inserire lo streaming tra le opzioni, nonché spostare il servizio anche al di là di PC e Xbox. Nella stessa GDC anche Google presenterà la sua interpretazione del concetto, che per ora si chiama Project Stream.

Lo streaming di videogiochi, che lascia pochi calcoli sulle spalle della macchina che abbiamo a casa (sia essa una PS4 o un PC), e delega quasi tutto ai server, apre la porta allo sviluppo futuro di una tecnologia di cui si parla da tempo. L’idea è quella di permettere ai televisori smart di far girare dei giochi senza bisogno di un apparecchio dedicato come una console. In un futuro non troppo lontano andremo nel menù del televisore e troveremo dei giochi (magari non dei blockbuster per tipo e qualità) ai quali potremo giocare con un joypad, il telecomando, un telefono come periferica.

Matteo Bordone

Matteo Bordone è nato a Varese negli anni della crisi petrolifera. Vive a Milano con due gatti e molti ciclidi. Lavora da anni a Radio2 Rai e a volte in televisione. Scrive in alcuni posti, tra cui questo, di cultura popolare, tecnologia, videogiochi, musica e cinema.