Cosa è cambiato?

Non sono un fan delle ipotesi che vorrebbero la prosecuzione del governo Monti anche dopo il 2013: è un governo a cui do tuttora fiducia e stima critiche nell’emergenza, ma diciamo che i miei ministri ideali sono diversi e hanno progetti più ampi e ambiziosi, come abbiamo spesso scritto sul Post.

Ma proprio perché non mi sembra di vedere la fine dell’emergenza, qualche dubbio mi viene. E quello che non capisco, è come mai non venga a chi nel PD ha appoggiato Monti rinunciando a elezioni anticipate e costruzioni di maggioranze diverse, e adesso affronta con totale naturalezza una scadenza elettorale come se le condizioni fossero radicalmente cambiate e potessimo ricostruire nella normalità e con le stesse forze e uomini che ritenevano di non essere in grado fino a poco fa.

Insomma, la domanda è: cosa sarà successo alla politica italiana e ai partiti, in quest’anno e mezzo che sarà passato, per cui prima li ritenevamo inadeguati e inetti a governare e ricostruire, tanto da commissariare il paese, e dopo invece ne saranno del tutto in grado? Cos’è che non potevano fare da novembre a oggi, i partiti, il PD, che invece sapranno fare tra un anno?

Le risposte possibili sono due: una è che il governo Monti avrà cambiato le condizioni abbastanza per rendere le inettitudini di prima meno gravi, e permettere ai partiti di fare le cose che forse sanno fare, nell’ordinario. Non mi convince molto, ma vedete voi.
La seconda è che in una sventatezza incosciente e superficiale tipica, ai partiti – e forse anche agli elettori – sia passato il panico da crisi-che-non-sappiamo-gestire e fine-del-berlusconismo, e abbiano cominciato già da qualche mese a fare finta che tutto stia tornando normale e a immaginarsi magari non capaci di costruire un paese nuovo, ma di vivacchiare su quello vecchio, come sempre fu, con gli stessi uomini e le stesse idee.

In fondo siamo tutti gli stessi uomini con le stesse idee, o no?


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).