Corsi e ricorsi Apple

Telefonia, tablet, storage, un’applicazione per ogni cosa e una colonna sonora sul vostro iTunes a tenervi compagnia ovunque siate: quando esordì l’iPhone nessuno – i funboy più assatanati come gli ottimisti più folli, ma nemmanco gli analisti meno sobri (dicasi in senso letterale) – avrebbe scommesso sul fatto che Apple avrebbe potuto competere con Nokia (e addirittura superarla in alcuni settori) nel giro di quattro anni. Anzi, a molti il solo immaginare un iTelefono pareva un’impresa ardua, ostica, pressoché impossibile. La telefonia è un mondo difficile, si diceva, lastricato di buone intenzioni ma maculato da cadaveri eccellenti (e alle spalle si aveva un coso chiamato Rokr…). Nessuno aveva fatto un passo in avanti: ragionando sull’evoluzione del mercato della mobilità, studiando – Apple o non Apple – cosa il settore mobile sarebbe diventato: mancava il dispositivo abilitante (appunto…), mancava la visione conseguente (ecco…), sembravano mancare addirittura i bisogni dei consumatori da soddisfare (perdona loro…) ergo mancavano dei numeri su cui ragionare. Nessuno ci aveva pensato. Nessuno tranne, forse, qualcuno in quel di Cupertino.

Sempre più la trama che ci viene disvelata a ogni presentazione di prodotti, hardware o software che siano, si dipana come una strategia studiata a tavolino in ogni sua mossa, e soprattutto in ogni sua rendita. Una recente rilevazione sul traffico web da dispositivi vari ha rilevato che il 97% circa di tutto il traffico mobile generato negli Stati Uniti proviene da iCosi. Tutto – quote di mercato, percentuali di vendita, dati sul traffico – svela una cruda realtà: Apple fa molti più soldi tramite i dispositivi mobili dei suoi concorrenti. In primo luogo, Apple fa i soldi con l’hardware, iPhone, iPad e iCosi tutti (accessori compresi). In secondo luogo, Apple fa soldi con le applicazioni, e anche qui i numeri sono noti. In terzo luogo Apple incassa denari anche sui contenuti editoriali prodotti e venduti da terze parti attraverso iOS, facendo leva sui suoi 250 milioni di utenti attivi con carta di credito a distanza di un click dallo spendere. In quarto luogo ora farà soldi dallo storage (anche se ancora non sappiamo quanto costerà superare la soglia dei 5 giga) e forse dalle possibili evoluzioni che avrà la musica online.

Si dice che iOS sia la piattaforma più facile su cui sviluppare: sicuramente lo è da monetizzare. E la posizione di assoluto dominio che Apple sta assumendo nel mobile computing – proprio nel momento in cui il mobile computing sta diventando il settore dominante – ingrasserà ulteriormente le già pingui casse di Cupertino, gonfie di circa 70 miliardi di dollari. Tanto che in molti si chiedono: ma cosa farà mai Apple, di tutta questa liquidità?
Proviamoci: avete presente quella cosa che sta nel vostro salotto, quel coso nero, piatto, sottile, quel tablet maggiorato insomma? Bene. Ora ricordate che lo abbiamo già detto una volta: perché mai un produttore di computer dovrebbe cacciarsi nel ginepraio di uno dei mercati più concorrenziali e difficili della storia? Ottimo. Tutto è ricominciato: al solito sono indiscrezioni, senza alcun fondamento, ma si dice che Apple stia per lanciarsi nel mercato delle Tv HD. Un giro d’affari da cento miliardi di dollari all’anno. Finora.