Ci scatarro su

I giovani, poi, che schifo, i giovani, io quando leggo ‘ste cose tipo che i giovani, poverini, sono disoccupati, penso che i giovani devono buttare il sangue, che io fra tre mesi c’ho quarant’anni e non è che sono disoccupato, è che sono sempre mezzo occupato, che è diverso, e se qualcuno per caso vuole preferirmi un giovane io griderò vendetta a Dio, che Dio lo sa quanto puzzano le ascelle di un giovane: basta entrare in un’aula scolastica per sentire quanto puzza la gioventù di un giovane, e se una cosa puzza è solo per segnalare che non è buona e va evitata, è la natura che segnala le parti di se stessa che lei già schifa e che noi dobbiamo schifare per sopravvivere. C’è una generazione intera che è stata saltata come una macchia di prezzemolo, prima dai vecchi e ora pure dai giovani, con la scusa di che cosa non lo so, di un ragionamento primitivo, ditemi che valore c’è nell’essere giovani, nessuno. Nessun valore c’è nella gioventù: l’energia, la forza, la prestanza fisica, questo ti rispondono quando chiedi che valore c’è nella gioventù, la gioventù era un valore quando si trattava di comprarsi uno schiavo robusto per fargli trasportare blocchi di granito e costruirci le piramidi. E quando mi rispondono così io penso che quello che mi sta rispondendo così o è cretino oppure è giovane, che spesso è la stessa cosa, perché, scusa, secondo te stiamo parlando di spaccare pietre con un piccone? No, dico, quanti sono i lavori di pura forza fisica per cui oggi è meglio essere giovane? E poi: ma che è, il mercato del lavoro o quello delle mucche? Dei cavalli, delle giumente: mi piglio un bue giovane, così gli faccio tirare l’aratro per più anni. Che anche questa alla fine è una minchiata, perché il giovane si affatica mille volte prima di un vecchio, lo sanno tutti che i giovani vanificano tutta l’energia con la malavoglia: il giovane a essere apatico, abulico, astenico, ad annoiarsi ci mette un secondo, io li vedo, si accasciano sul banco dopo due minuti di lezione, la mattina sbadigliano fino a quando non è ora di pranzo, e dopo pranzo sbadigliano di nuovo. Perché sono di nuovo stanchi. Camminano con la lentezza di un bradipo missile, sembrano scomporsi e ricomporsi a ogni passo. Sono stanco lo dicono tremila volte al giorno, può essere che nessuno di quelli che parla di dare lavoro e responsabilità ai giovani abbia mai fatto caso a quante volte un giovane dice sono stanco nell’arco di una sola giornata? Scusa, ma non sei un giovane? E quindi di che cosa è stanca la tua gioventù? I giovani fanno schifo, io quando ero giovane volevo diventare vecchio subito perché essere giovane significava essere bestia, perché pure quando c’è un giovane colto, più colto di tanti vecchi, è comunque meno colto di uno che ai tempi suoi era un giovane colto e ora è un vecchio colto, perché è passato più tempo e ora ne sa più di quando era giovane, quindi, per favore, i giovani non sono niente: tanfo di ascelle e stanchezza cronica, questo sono i giovani. E la storia del coraggio, cortesemente, lasciamola perdere, perché un conto è il coraggio e un altro l’incoscienza, e per me se un giovane è incosciente e si vuole rompere le corna, se le può pure rompere, anzi se vuole lo aiuto con un cric, ma affidargli le decisioni perché quello è incosciente, mettere la gioventù tra le rivendicazioni politiche è proprio da scimuniti. Io ai giovani non gli affiderei manco il cane per farlo pisciare, che, tanto per dire, è una cosa che i genitori affidano spesso ai figli giovani, e dopo un mese si rendono conto che il figlio giovane il cane non lo porta a pisciare mai e la casa adesso oltre a puzzare di ascella di giovane puzza anche di pisciazza di cane. I giovani, i giovani, valorizzare i giovani, i giovani senza futuro, e tutti questi giovani che protestano perché loro “sono giovani eppure non hanno un futuro”, una minchiata poetica che non si può sentire: se sei giovane il futuro ce l’hai, capito? E invece tu il futuro me lo vuoi togliere a me, che ne ho di meno perché sono più vecchio e quindi mi devo sbrigare, a me sì che mi scappa il futuro, perché non so se l’hai capito ma il mio futuro arriva molto prima del tuo, anzi già è arrivato, è da un pezzo che aspetta qua sotto tamburellando col piede, quindi voi giovani, adesso al vostro futuro, per favore ditegli di mettersi in fila, che non so proprio che precedenza abbia il vostro futuro sul futuro degli altri. Io questo vorrei capire: com’è che qua nessuno crede nel numerino dell’eliminacode? Com’è che basta fare casino e dire che le regole sono state fatte male e non valgono più per avere nuove regole a tuo favore, fatte peggio di quelle di prima, in modo che il prossimo che arriva potrà protestare e prendersela con queste regole fatte a cavolo e saltare la fila pure lui. E nel frattempo tutti a fare file che qualcun altro manderà all’aria prima che arrivi il nostro turno. Mentre da giovani si diventa vecchi.

Mario Fillioley

Ho tradotto libri dall'inglese in italiano. Poi ho insegnato italiano agli americani. Poi non c'ho capito più niente e mi sono messo a scrivere su un blog con un nome strano: aciribiceci.com