Complotti europei, avvisi di garanzia e IMU

Nella puntata di ieri di Ballarò ci sono stati due eventi da festeggiare. Il primo: è avvenuto un factchecking in diretta (non il primo nella storia della trasmissione, a dire il vero). Il conduttore, Giovanni Floris, dopo un dibattito tra due ospiti su quale governo fosse responsabile dell’introduzione dell’aumento IVA che scatterà a  luglio, ha correttamente ricordato che questo aumento venne approvato dal governo Monti, mentre quello precedente, che portò l’aliquota dal 20 al 21%, venne approvato dal governo Berlusconi.

La seconda è che Lidia Undiemi è stata presentata come una “studiosa di diritto ed economia” molto ascoltata dal Movimento 5 Stelle, e non più come “‘un’economista” – cosa avvenuta spesso su internet e in occasione della prima puntata di Ballarò nella quale venne invitata. Undiemi infatti per quanto laureata in economia non insegna in nessuna università quindi, come molti avevano fatto notare, non può essere definita un’economista. Oltre a questi due lodevoli meriti, nel corse della trasmissione sono stati fatti comunque diversi errori ed imprecisioni.

L’IMU è la causa della crisi nell’edilizia?
Anna Maria Bernini, parlamentare del PdL, ha detto che l’IMU ha causato la perdita di 100 mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni e una diminuzione del 25% nelle compravendite immobiliari. I numeri riferiti sono più o meno corretti. Per le compravendite i dati sono ufficiali e registrati da una ricerca dell’Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda la disoccupazione nel settore edile esistono diverse stime, fatte dai sindacati o dalle varie associazioni di categoria. Più o meno siamo comunque intorno alle cifre di cui ha parlato la Bernini.

Il punto è che è impossibile dimostrare che la causa di questo calo sia imputabile all’IMU. L’IMU costa una media di 200 euro a famiglia. Questa cifra, da sola, dovrebbe secondo Bernini, spingere i costruttori a non costruire più case e i privati a rinunciare ad acquistarle. Quasi certamente l’IMU ha in qualche misura influito sulla crisi del settore, ma le cause principali di questa situazione sono senza dubbio la recessione generale che ha colpito l’Italia e in particolare la stretta creditizia. Lo conferma il fatto che una grave flessione del mercato immobiliare e della costruzione di immobili era in atto negli anni precedenti all’IMU.

L’Italia ha sottoscritto un trattato illegale?
Lidia Undiemi ha sostenuto che il pareggio di bilancio introdotto dal trattato sul Fiscal Compact, entrato in vigore il primo gennaio di quest’anno, è illegale perché viola un altro trattato europeo, gerarchicamente superiore: il trattato di Lisbona. Si tratta di una sua opinione e non è tecnicamente vero, nel senso che esiste un organo deputato a verificare che i trattati non siano violati, la Corte Europea di Giustizia, e non risulta che si sia espressa in proposito.

Esistono alcuni giuristi che sostengono la tesi della Undiemi: si tratta sostanzialmente di una questione in punta di diritto che ha portato a due interrogazioni fatte alcuni membri del Parlamento europeo alla Commissione. La Commissione Europea ha già risposto alla prima di queste domande, mentre la seconda è ancora in attesa di una risposta scritta.

Per fare breve un discorso lungo, la Commissione sostiene che il Fiscal Compact non è in contraddizione con il trattato di Lisbona, ma specifica alcune condizioni per tenere il deficit sotto controllo in particolari cicli economici. Ora: la questione non si può certamente esaurire nelle risposte alle interrogazioni parlamentari della Commissione Europea. Non si può affermare che il Fiscal Compact sia legale, ma non si può nemmeno affermare il contrario. Chi dovesse ritenere il Fiscal Compact illegale può rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea che è competente per le violazioni dei trattati.

L’Italia ha pagato 125 miliardi per salvare le banche?
Undiemi ha sostenuto che l’Italia si è impegnata a pagare 125 miliardi per salvare le banche. Si riferiva all’adesione italiana all’ESM, il meccanismo di stabilità europeo e ha commesso un’imprecisione ed un errore. L’Italia ha sottoscritto 125 miliardi del capitale dell’ESM – li ha in altre parole garantiti, senza tirarli fuori dalle tasche – e ne ha versati soltanto 14. Non è vero che l’ESM è un meccanismo che esiste soltanto per salvare le banche. L’ESM esiste principalmente per prestare denaro agli stati in caso di crisi.

Può anche intervenire per ricapitalizzare i sistemi bancari se viene dimostrato che né il settore privato né quello pubblico sono in grado di procedere alla ricapitalizzazione. Tutti gli aiuti che saranno erogati dall’ESM sono condizionati all’accettazione di un cosiddetto memorandum of understanding con il quale il paese che riceve l’aiuto si impegna a effettuare alcune riforme. Nel caso di un aiuto erogato per ricapitalizzare un sistema bancario, lo stato è tenuto a adottare riforme che riguardano proprio la regolazione del sistema bancario.

Giuliano Amato fu il tesoriere di Craxi?
Durante la puntata è intervenuto anche Giuliano Amato e ne approfittiamo per smentire una diffusa leggenda su di lui. Amato è stato spesso accusato, ad esempio da Marco Travaglio, da Antonio Di Pietro e recentemente da Beppe Grillo, di essere “il cassiere” o “il tesoriere” di Craxi. Non è chiaro a cosa alluda questa espressione, ma lascia intendere che Amato abbia avuto ruoli di tesoriere all’interno del PSI di Craxi. Amato però non ricoprì mai una carica simile all’interno del partito: è stato invece ministro del tesoro sotto i governi Goria, De Mita e D’Alema.

Il primo governo Berlusconi cadde a causa di un avviso di garanzia?
Vale la pena spendere una parola su quanto detto da Mara Carfagna, lunedì a Piazza Pulita. La Carfagna ha ripetuto ancora una volta la vecchia storia secondo cui il primo governo Berlusconi cadde a causa di un avviso di garanzia inviato a Berlusconi dalla procura di Milano durante un vertice del G7. Si è sbagliata su vari dettagli: non si trattava di un avviso di garanzia, ma di un invito a comparire. Berlusconi non era al G7, ma a una conferenza internazionale sulla criminalità. Infine, il governo non cadde a causa di quella comunicazione, ma un mese dopo, quando la Lega Nord votò contro la riforma delle pensioni (anche se l’inchiesta della procura di Milano probabilmente contribuì a rendere i rapporti più tesi tra Forza Italia e la Lega Nord).

Se abolissimo il “porcellum” tornerebbe automaticamente in vigore la legge elettorale precedente?
Sempre nella stessa puntata, il conduttore Corrado Formigli ha sostenuto che cambiare la legge elettorale sarebbe semplice: basterebbe abolire il cosiddetto “porcellum” ed entrerebbe in vigore automaticamente la precedente leggere elettorale il “mattarellum”. Questa visione è stata dichiarata infondata dalla più autorevole delle fonti: la Corte Costituzionale. Nella sentenza numero 13 del 2012 con cui bocciava i referendum abrogativi del “porcellum”, la corte specificava che non è possibile ritenere che una legge abrogata rimanga “quiescente” in attesa di tornare automaticamente valida quando viene abrogata la legge che l’aveva sostituita.

Davide De Luca

Giornalista. Ho scritto per l’Arena di Verona e per l’Agence Europe di Bruxelles. Ho collaborato ad alcuni libri d’inchiesta su CL e la finanza cattolica. Mi piacciono i numeri e l’economia e cerco di spiegarli in modo semplice. Su Twitter sono @DM_Deluca