Bright side

A me “Shame”, il film, non è piaciuto, ma il cinema son gusti, molte persone intelligenti dicono che è bello («ho molti amici a cui è piaciuto Shame»). Tutto quell’andamento cupo, depresso, autolesionista, lento e sofferente non fa per me, o forse non ero nella serata giusta. Forse ero nella serata in cui uno deve guardare “Tutti pazzi per Mary” o andare in un locale di karaoke. L’ho sospettato rendendomi conto che l’unico momento che mi aveva eccitato del film, e risvegliato da un certo intorpidimento adesivo alla poltrona del cinema, era stato quello in cui sul giradischi suona il vinile di “I want your love” degli Chic. Che per voi ragazzi, là fuori, era una leggendaria band di discomusic guidata da Nile Rodgers – grande produttore di cose del genere e musica nera – gemella del gruppo femminile delle Sister Sledge. “I want your love” doveva essere un pezzo delle Sister Sledge, poi invece la misero nel disco degli Chic del 1978, quello dove stava la sfinente (vabbè, giudizio mi anche questo) “Le freak”. Il singolo rimase in classifica negli Stati Uniti 19 settimane, e ora sono passati 34 anni, e in certe serate cupe, torbide e dolorose ha sempre una sua efficacia.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).