Chi si fida di Berlusconi?

È vero, Letta e il suo governo passano da un incidente all’altro, e la sequela di gaffes, malintesi, litigi ed errori finisce per offuscare ciò che pure è importante: lo spread precipita e fa risparmiare risorse, alcuni fondamentali dell’azienda Italia si stanno raddrizzando.

Gli inciampi governativi risaltano perché ora l’azionista di maggioranza non è più interessato a nasconderli, ma anzi a enfatizzarli per poi correggerli rumorosamente: nello slalom parallelo tra Letta e Renzi, il segretario Pd sembra avvantaggiarsi ogni giorno rispetto a un premier che ha troppi paletti da aggirare.
Eppure il rischio più grande sta per correrlo proprio Renzi, che ha puntato tutta la vincita delle primarie sul tavolo sulla legge elettorale. E che ora a quel tavolo trova seduti alcuni marpioni pericolosi e ostili, a cominciare dal capo storico e indiscusso dei marpioni: Silvio Berlusconi.

Renzi gioca bene, d’attacco, su fronti diversi, col pragmatismo di chi disdegna sia le preclusioni ideologiche che le tecnicalità. È convinto di poter vincere le elezioni con qualunque sistema, dunque non mette e non accetta limiti. Dicono che il punto d’intesa più vicino lo stia trovando con Forza Italia: non ci sarebbe scandalo, ma davvero può finire così? Renzi può permettersi di riscrivere la legge elettorale a tu per tu con Berlusconi e Verdini? Mettendosi contro contemporaneamente il governo, gli alleati di centrosinistra e soprattutto quella gran parte del Pd che davanti a un passaggio del genere si opporrebbe, spinta da una minoranza ansiosa di rivalsa?

Renzi è coraggioso ma non pazzo. Incontrerà volentieri Berlusconi (e farà benissimo) ma sapendo che con quest’uomo nessuno ha mai stipulato un accordo vantaggioso, in politica e fuori. Le carte del Cavaliere sono sempre coperte, spesso sono bluff colossali: chi può escludere che in realtà Forza Italia non voglia affatto riforma ed elezioni anticipate, bensì solo rientrare nei giochi e poi far saltare il tavolo come ha già fatto tante volte ridicolizzando l’interlocutore?
È sperabile che Berlusconi stia dentro un accordo sulla legge elettorale, non è la cosa più probabile: la sua parte nel business, per quanto riguarda il Pd, può essere al massimo di farsi usare per forzare la mano ai proporzionalisti di Alfano. Un po’ troppo poco per uno come Berlusconi. Vedremo, ma è più facile che Matteo Renzi finisca per giocare la mano decisiva della partita con qualche biscazziere meno imprevedibile.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.