Bel capolavoro

A proposito di quello che dicevo ieri e del ruolo dei giornali nel conservare il peggio della politica italiana – e forse di crearlo, persino – stamattina il Corriere ha pubblicato (in apertura sul sito) un articolo intitolato “Renzi: sono pronto a fare il premier”. La frase Renzi non l’ha detta da nessuna parte: la tesi dell’articolo è che Renzi abbia detto privatamente non si sa bene a chi delle cose confuse sul fatto che lui accetterebbe un incarico se la proposta venisse da Napolitano e non dai maggiorenti del suo partito. Con molti virgolettati di Renzi, dei quali viene spontaneo di essere molto diffidenti. Il titolo è scellerato – data la delicatezza della situazione e delle prospettive – ma è scellerato anche l’articolo, visto che poco dopo Renzi, costretto a rispondere, scrive su Twitter ”Ho perso. Adesso faccio il sindaco”.

Non è un problema di vero o falso: è il problema di una provocazione-trappola-ricatto gettata da un giornale (ma lo fanno in molti ogni giorno) con doppia garanzia di successo: o nessuno ti smentisce, e hai pubblicato una cosa che farà rumore, vera o falsa che sia (chissenefrega). O costringi qualcuno a smentire, e avrai un’altra notizia. È il modo con cui i giornali superano l’invenzione del “no comment”: costringendoti a confermare tacendo oppure a smentire. E non è un problema del Corriere oggi, è il problema del giornalismo politico italiano, come scrivevo ieri.

Ma non basta: l’articolo si apre con un’altra ricostruzione priva di qualunque fonte e credibilità: ovvero che il PD abbia già convinto alcuni nuovi eletti del M5S a dare la fiducia a un governo PD. Che è una tesi da ubriachi: non perché siano tutti bravi e onesti, ma perchè comunque nessuno potrebbe garantire un bel niente al buio oggi, la situazione è troppo fluida e oscura, e le certezze attribuite a Bersani ed Errani non possono essere di questo mondo, se non dei due citati che cretini cretini non sono. È una ricostruzione che fa ridere, non pensabile né accettabile.

Il futuro Gianni Letta di Pier Luigi Bersani, ossia Vasco Errani, ha aiutato il segretario del Pd a fare i calcoli. Alla fine i due si sono guardati negli occhi e si sono detti. «È fatta».
Il segretario del Pd e il suo braccio destro sono convinti: al Senato, oltre ai parlamentari che fanno riferimento a Mario Monti, c’è un gruppo di grillini pronti a sostenere il governo presieduto dal leader del Partito democratico. Li hanno contattati, ci hanno parlato a lungo, il lavoro di «scouting» è andato in porto e ora possono tirare un sospirone di sollievo. A questo punto, dicono inorgogliti i bersaniani, il governo guidato dal segretario del Pd è praticamente fatto.

E allora a cosa serve scrivere questo film? Allo stesso scopo del titolo e della parte su Renzi: a “generare” pessima politica, non a raccontarla: e ad avere nuovo materiale. E infatti tempo qualche ora Beppe Grillo – che non vedeva l’ora e a cui non gliene frega niente se sia vera o falsa – la usa per attaccare e insultare ancora il PD e mostrare ai suoi e ai potenziali suoi che Bersani e il PD sono dei traffichini corruttori uguali a tutti gli altri ladri ladri ladri.

Bel lavoro, complimenti.


Altre cose:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).