Non avrai altro dio

Accadrà presto. È questione di giorni. Gli antichi dèi del Mediterraneo convocheranno i nuovi, i tre della Bibbia. Sarà una specie di riunione di condominio, si alzerà la voce, voleranno parole grosse, forse qualcuno verrà perfino alle mani.

Ci sarà Hapy, il dio che presiede alle inondazioni annuali del Nilo; arriveranno Mesqart, il dio fenicio di Tiro, e Tanit, il dio di Cartagine che i romani accusavano di mangiare bambini, e Baal con la sua corona di raggi di sole bruciacchierà entrambi; in rappresentanza dei sardi si presenterà il Sardus Pater; per gli etruschi giungerà in volo il demone uccello Tuchulca; i greci invieranno Poseidone, dio del mare e dei maremoti, e Afrodite, ancora bagnata di sale; la delegazione romana sarà composta da Marte, dio della guerra, e Quirino, divinità della pace.

Ognuno prenderà posto in silenzio, scuro in volto e pensieroso, intorno ai tre dei venerati dalla discendenza di Abramo. In prima fila, furibondi, ci saranno gli assiri, i sumeri e i babilonesi: Ishkur, il dio della pioggia, in piedi sulla groppa di un toro; En-ki, dio delle acque, dalla testa umana e il corpo di pesce; gli annumaki, dèi della terra dai corpi di uccello; il dio Marduk con i sirussu, gli animali sacri ricoperti di squame, il collo di serpente, la criniera di leone e le zampe di gatto; Namtar, il dio della peste, senza mani e senza piedi lancerà la sua accusa.

Ognuno fisserà gli dei monoteisti. I due del cristianesimo e dell’ebraismo allargheranno le braccia per dire: “Ma noi cosa c’entriamo? Sono secoli che ce ne stiamo buoni”.

Proverà a farsi avanti Olorim, dio unico del Candomblè, il primo monoteismo africano e del mono, ma sarà ignorato perché gli occhi di tutti saranno fissi su Chi-Sapete-Voi: Allah.

Non avranno neppure bisogno di parlare: la prossima volta – al prossimo scempio – le antiche statue si animeranno e divoreranno ogni singolo idiota che oserà avvicinarsi.

Apophis, dio cobra egizio del Caos, agiterà dalla smania la lingua nell’aria.

I politeisti non fanno guerre di religione. Ogni dio ha ucciso, si è vendicato per rabbia o capriccio degli uomini, ma soltanto chi pretende di essere l’unico e ha fondato la propria esistenza sull’assenza degli altri, può indurre a distruggere gli idoli di altre persone e a uccidere In Suo nome chi ci crede,

Chi-Sapete-Voi abbasserà le palpebre.

Poi tirerà fuori un libro da chissà dove, lo aprira a caso, e ad alta voce leggerà Mediterraneo di Fernand Braudel: «La romanità non inizia con Cristo. L’Islam non comincia nel VII secolo con Maometto. E il mondo ortodosso non ha principio con la fondazione di Costantinopoli nel 330».

Ogni civiltà nasce prima delle sue divinità e continuerà a esistere dopo la loro fine.

Giacomo Papi

Giacomo Papi è nato a Milano nel 1968. Il suo ultimo romanzo si intitola Happydemia, quello precedente Il censimento dei radical chic. Qui la lista dei suoi articoli sui libri e sull’editoria.