Attenti con quel video di Ocasio-Cortez

Leggo che questo di Alexandria Ocasio-Cortez sia il video di una persona politica più visto di sempre su Twitter.

Non c’è dubbio che sia entertaining, a me ha ricordato i film di Oliver Stone: tutto fila, i cattivi smascherati, i buoni giovani e belli. Rimane tuttavia un discorso quintessenza di demagogia su moltissimi piani, e lo dico, non come disclaimer ma per esser chiaro, convinto che cambiamento climatico, disuguaglianze esistenziali, e forma della nostra democrazia siano le tre priorità assolute del tempo che viviamo.

La tesi di Ocasio-Cortez è che il sistema è marcio, che poi a ben guardare è esattamente la stessa tesi che ha sempre sostenuto Trump.

Questa tesi però non dipende dal fatto che i politici siano elitari e corrotti come sosteneva Trump che chiamava la avversaria Hillary “crooked”; al contrario, sostiene Ocasio-Cortez, i politici sono corrotti e venduti. Per sostenere questa tesi mostra che i politici possono ricevere donazioni illimitate dalle cattive multinazionali farmaceutiche, del gas e del petrolio, per fare cose cattive e egoiste. E, non plus ultra, il Presidente può essere un cattivone – pretty bad guy – con maggiore facilità di tutti perché non ha neanche quei blandi controlli riservati ai deputati. Ora, tutto ciò viene detto da una deputata di un paese in cui gli ultimi due presidenti, uno di sinistra e uno di destra, sono stati eletti nonostante la oppositrice (di Obama alle primarie e di Trump alle elezioni) avesse molti ma molti ma molti più soldi da spendere, ricevendo questi finanziamenti soprattutto dalle multinazionali (cattive).

Oltretutto, è detto da una persona che è stata eletta a furor di popolo di un collegio sicuro (tipo il Mugello da noi, per capirci) superando alle primarie il candidato di apparato. Insomma, la sostanza di quanto sostenuto da Ocasio-Cortez – le multinazionali si comprano la politica americana – non regge dieci righe nella versione che lei stessa propone.

Ma c’è un altro elemento per me insopportabile e sbagliato (richiamando come la penso su riscaldamento climatico, disuguaglianze e democrazia). Il gas e il petrolio li usiamo per vivere: riscaldarci e cuocere e spostarci. Le case farmaceutiche producono i far-ma-ci, le medicine, le cose che diamo ai figli quando stanno male, i prodotti che hanno ridotto la mortalità infantile del mondo a livelli inimmaginabili fino a venti-trenta anni fa. Questo non vuol dire che va tutto bene, perché se andasse tutto bene non penserei che la nostra democrazia necessiti di evoluzioni importanti per mantenere la sua promessa di inclusione delle persone nelle decisioni collettive. Ma significa anche che contrapporre aziende in cui lavorano milioni di persone, che fanno cose che servono a miliardi di persone, ad un fantomatico “interesse generale” è una mistificazione bella e buona che non serve a avvicinarci di un millimetro ad affrontare quelle tre questioni che ho richiamato sopra.

Marco Simoni

Appassionato di economia politica, in teoria e pratica; romano di nascita e cuore, familiare col mondo anglosassone. Su Twitter è @marcosimoni_