Arte al trancio

In tempo di crisi non c’è cosa che un artista desideri maggiormente di un facoltoso mecenate che gli conceda la tranquillità economica sufficiente a lavorare con dedizione alla propria opera. Davanti alla sterminata gloria di una cappella Sistina, non è impossibile distinguere tra i sospiri di meraviglia anche il borbottare di un qualche collega del Michelagelo: «Ah!! Se solo Clemente VII aiutasse anche me!»

Un Clemente VII per tutti

Quella del mecenate è una figura che col tempo è andata perlopiù a sostituirsi con lo “sponsor”. Rispetto al benefattore di un tempo lo sponsor pone limiti differenti alla poetica dell’artista; non si tratta di apporre un logo su di un’opera come un tempo si includeva il ritratto del committente.  Un lavoro sponsorizzato può doversi piegare a scopi pubblicitari che esulano la volontà dell’autore.

Questo non è proprio quello che intedevo.

Come al solito a questo punto della storia arriva Internet, che mette a disposizione di artisti anche non celeberrimi un’arma in più. Piattaforme ormai di conclarato successo come Kickstarter permettono di finanziare “dal basso” progetti che richiederebbero investimenti anche notevoli, dando agli autori la possibilità di rivolgersi ad una vasta massa di piccoli mecenati invece che legarsi ad uno solo, e riaprendo la porta alla possibilità di “grandi opere”.

Riguardo il successo di queste iniziative, aggiungerei solo che questa idea è nata in Italia già nel 2005, con la piattaforma Produzioni dal Basso. Evidentemente i tempi o l’ Italia non erano pronti ad accogliere quest’idea con altrettanto calore con cui gli USA accolsero Kickstarter o piattaforme simili. Il solito “Idee 1 -Terreno fertile 0” a cui si condannano spesso i progetti creativi nati nel nostro paese.

Questa è l'opera, e la voglio almeno di 6 metri per 6.

Poco meno di un anno fa ho cominciato a lavorare anche io ad un’opera gigantesca, un quadro di 600×600 cm strapieno di dettagli anche molto piccoli. Ci ho messo sette mesi. Quest’opera sarà presentata in due versioni: 1) La versione gigante, un poster più grande di 600×600 cm che esporrò e donerò alla città di Berlino, e 2) una versione più piccola da galleria, una stampa dell’opera ad alta qualità in edizione unica, di 300×300 cm.

Un’opera del genere è un suicidio economico: secondo la triste regola che l’arte pittorica spesso viene venduta “al metro”, per avere un compratore di un quadro così grande ed impegnativo dovrei, appunto, affidarmi ad un mecenate. Da qui l’idea: Arte al trancio.

Ho idealmente diviso il lavoro in 900 unità di 20×20 cm, ed ognuna di esse sarà in vendita su questo sito per piccoli, medi e grandi mecenati. Quando una fetta verrà acquistata, concluderò la parte corrispondente. Inoltre, in base al numero di unità che un mecenate è disposto a finanziare, otterrà qualcosa in cambio: cartoline ad edizione limitata, le relative fette acquistate dell’opera, delle riproduzioni più grandi, o anche il proprio ritratto al suo interno.

Non potete permettervi un'opera? Compratene una fetta.

L’idea è che più sponsorizza, più il “mecenate” otterrà visibilità, sia nel sito che nell’opera stessa. Questo metodo sarà dunque visibile sia nel processo di realizzazione che nel quadro stesso; accanto all’opera, ci sarà un sito di mecenati che sarà anche una mappa di gallerie, artisti, appassionati d’arte etc., e la costruzione di questo quadro/poster sarà anche un modo per metterli in contatto e pubblicizzarli.

Arte al trancio, appunto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il finanziamento dal basso diventa così letterale: chi non è abbastanza facoltoso da acquistare un’opera d’arte, potrà pur sempre prenderne una fetta. Ed aiutarmi a realizzare questo quadro gigante.

Francesco D'Isa

Artista e scrittore. Da quando è nato, nel settembre del 1980 a Firenze, Francesco D'Isa ama la sintesi e odia la biografia.