Alla faccia dell’ingenuità

Saranno acerbi in materia parlamentare alcuni suoi sottosegretari, che ieri a Montecitorio hanno dato vita a innocenti gaffes d’aula, ma certo Mario Monti non è naif dal punto di vista politico.
Molte cose interessanti ha detto ieri il presidente del consiglio a Bruxelles, su una però vale la pena di soffermarsi: i nostri partner europei hanno apprezzato l’ampia fiducia che mi ha dato il parlamento, e apprezzano il consenso popolare assegnatomi dai sondaggi (dei quali, per carità, non farò uso).
Alla faccia della ingenuità del tecnico. A cinque giorni dalla presentazione di un primo pacchetto di misure «impressionanti», Monti lancia un doppio avvertimento ai partiti, ricordando loro chi in questo momento tiene il coltello per il manico (ma funziona meglio l’altra sua immagine: chi ha in mano la spina del polmone artificiale).

Il gentile monito vale erga omnes. Verso il Pdl che si agita intorno a Ici e patrimoniale, e verso il Pd che torna a sentire la pressione dei sindacati sul tema pensionistico. Nonostante il silenzio del governo, sono in corso manovre preventive delle quali fanno parte le indiscrezioni sugli interventi sulle pensioni d’anzianità. Il fuoco di sbarramento sindacale sulla materia suona un po’ gioco delle parti (i canali di comunicazione col governo sono aperti e attivissimi), però certo colpisce Camusso quando evoca per i 40 anni di contributi addirittura il concetto di «numero sacro»: parole impegnative, diventa difficile poi tornare indietro. Potremmo sbagliare, ma il governo si appoggerà sull’unico paletto che il Pd davvero pone come irrinunciabile: l’equità. Se Monti saprà far pagare quel famoso 10 per cento di privilegiati, dall’altra parte sarà difficile stringersi intorno a simboli sacri, totem o tabù.

Quello che resta da vedere, già nelle prossime ore, è il grado di concertazione al quale Monti accederà: se cioè aprirà coi partiti (con le parti sociali lo farà di sicuro) una trattativa in vista del consiglio dei ministri decisivo. Per lui, i giorni da qui al 5 sono pieni di possibili ostacoli. Ma l’uomo, s’è capito, non è un agnellino.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.