60.589.445 partiti

Io quelli che dicono quest’anno non so proprio chi votare perché non mi sento rappresentato da nessuno proprio non li capisco. E non li capisco perché il 4 marzo 2018 si possono votare così tanti partiti che mi sembra di essere tornato al 1979 quando, soltanto nell’area della sinistra e del centro-sinistra, si presentarono sette sigle: PCI, PSI, PSDI, PR, PRI, il Partito di Unità Proletaria per il Comunismo di Lucio Magri e infine, suprema ironia, la Nuova Sinistra Unita, che nella cerchia degli amici di famiglia sembrava tutti avrebbero votato e che invece, poi, alla Camera prese lo 0,80% e lo 0,14% al Senato. Probabilmente anche allora qualcuno non si sentì rappresentato.

Lo scrivo senza polemica, perché non capisco davvero, soprattutto se ripasso mentalmente tutte le posizioni politiche possibili o se spulcio l’elenco dei 75 simboli reali che sono stati ammessi alle elezioni.

Ti senti un vero fascista, praticamente un nazista?
Puoi scegliere tra Italia agli italiani di Roberto Fiore e CasaPound Italia di Simone Di Stefano.
Ti senti un fascista e basta?
Per te c’è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (e se Meloni non ti garba il Movimento sociale italiano).
Sei razzista? Vota Lega Salvini Premier.
Sei razzista non solo con i negri, ma anche con chi è nato sotto il Po?
Per te c’è Prima il Nord oppure Grande Nord.
Il Nord è troppo grande? Vota Liga Veneta, Friul o Front Furlan.
I fascisti sono troppo laici per te? Il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi potrebbe fare al caso tuo.
Anche Mario Adinolfi è troppo laico? Vota Sacro Romano Impero Cattolico di Mirella Cece.
Troppo antico? Italia Madre di Irene Pivetti.

Sei di centro? C’è Civica popolare di Lorenzin, ma se ti sembra troppo disinvolta, Noi con l’Italia di Fitto e Cesa.
Sei di centrosinistra? Vota PD.
Hai nostalgia della sinistra di una volta? Liberi e Uguali.
Hai nostalgia di Romano Prodi? Vota Insieme.
Hai nostalgia di Giuseppe Saragat? Vota PSDI.
Hai nostalgia di Craxi? Vota PSI.
Sei per l’autonomia sarda? Vota Partito Sardo d’Azione (oppure Autodeterminatzione, che mette insieme altre otto sigle).
Sei per l’Autonomia operaia? Vota Potere al popolo! (con il punto esclamativo).
Neppure Potere al popolo! ti convince? Prova Per una sinistra rivoluzionaria di Claudio Belotti oppure un classico, il Partito comunista!

Sei liberale? È tornato il PLI.
Sei liberista, europeista e per i diritti civili? +Europa di Emma Bonino può fare per te.
Sei liberista, ma Bonino proprio no? Puoi scegliere tra Dieci volte meglio e i Federalisti democratici europei.
Sei per la libertà, specialmente per la tua? Per te c’è Forza Italia.
Non sei per la libertà, anzi vorresti tutti in galera? Vota Movimento Cinque Stelle.
Anche loro sono come tutti gli altri? Il Movimento Gente Onesta potrebbe piacerti.
Sei un poeta? Il Movimento Poeti d’Azione di Alessandro D’Agostini forse ti titilla.
Sei un fisico, ami la scienza e odi le bufale? W la Fisica di Mattia Butta
Mandi Sms? C’è il partito Sms.
Sei europeista, ma solo quando si parla di autotrasporti? Il Movimento Autonomo Autotrasportatori europei può andare?
Sei un disoccupato precario meridionale italiano? C’è il Movimento disoccupati e precari meridionali-italiani.
Sei pensionato e/o invalido? Pensionati Invalidi.

Molti di quelli che oggi non si sentono rappresentati al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 votarono No anche perché contrari all’eccessiva semplificazione del quadro politico che ne sarebbe derivata. E forse oggi, di fronte alla sovrabbondanza dell’offerta, soffrono di paralisi della scelta, come capita in pasticceria oppure con Netflix. L’altra ipotesi, più semplice, è che non si sentano rappresentabili in assoluto, da niente e nessuno, e che invece di chiedersi come mai, incolpino il mondo di non essere all’altezza. Prima o poi arriverà finalmente un’elezione con 60.589.445 partiti, uno per ogni italiano, oppure arriverà qualcosa che con la democrazia non avrà più nulla a che fare, perché per la democrazia una massa di irrappresentabili è molto più pericolosa di Casa Pound.

Giacomo Papi

Giacomo Papi è nato a Milano nel 1968. Il suo ultimo romanzo si intitola Happydemia, quello precedente Il censimento dei radical chic. Qui la lista dei suoi articoli sui libri e sull’editoria.