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  • Domenica 7 dicembre 2025

Come funzioneranno i rimborsi per chi resta bloccato in autostrada

Si potranno richiedere dal 2026 in caso di rallentamenti dovuti a cantieri o traffico, ma non per gli incidenti

(ANSA/ANTONIO NARDELLI)
(ANSA/ANTONIO NARDELLI)
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La settimana scorsa l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha approvato una delibera che a partire dal 2026 introduce un sistema di rimborsi per gli automobilisti che resteranno bloccati in autostrada per la presenza di cantieri o per via del traffico, ad alcune condizioni.

Il rimborso consiste nel recupero totale o parziale del pedaggio pagato: si calcola in maniera proporzionale alla lunghezza del percorso e quindi più il percorso sarà lungo e più ampio dovrò essere il ritardo accumulato per poterlo richiedere. Per fare richiesta servirà un’app che non è ancora attiva: nell’attesa i rimborsi potranno essere chiesti sulle app dei singoli concessionari autostradali (le società che gestiscono i vari tratti di autostrade, pubbliche o private) o sul loro sito.

L’Autorità di regolazione dei trasporti, che ha introdotto la misura, è un’autorità indipendente che si occupa tra le altre cose delle condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto e delle tutele che i gestori dei servizi e delle infrastrutture devono fornire a chi le utilizza.

Le nuove regole entreranno in vigore in momenti diversi del 2026 a seconda del tipo di rimborso: entro il 1° giugno del 2026 sarà possibile chiedere il rimborso per ritardi accumulati (per blocchi del traffico o cantieri) percorrendo tratte autostradali gestite da un unico concessionario; entro il 1° dicembre del 2026 sarà possibile chiederlo anche per ritardi accumulati percorrendo tratte gestite da diversi concessionari.

Per quanto riguarda i ritardi per i cantieri, i rimborsi potranno essere chiesti solo per quelli non emergenziali, cioè allestiti a seguito di incidenti o eventi meteorologici imprevisti, e quindi solo in caso di cantieri programmati per fare lavori stradali. La delibera (consultabile qui e qui: sono due allegati diversi) spiega che il ritardo viene calcolato tenendo conto del tempo medio di percorrenza del tratto autostradale, calcolato in base alla sua lunghezza e a una velocità di riferimento, che tiene conto del tipo di veicolo, delle condizioni meteo e dell’ora della giornata (quindi del traffico che ci si può aspettare): il calcolo del ritardo non tiene conto dell’eventuale sosta in aree di servizio.

Per i percorsi sotto i 30 chilometri con un cantiere il rimborso è sempre dovuto, indipendentemente dal ritardo; per i percorsi compresi tra i 30 e i 50 chilometri il rimborso è dovuto per ritardi superiori ai dieci minuti; per i percorsi che superano i 50 chilometri ci vogliono almeno 15 minuti di ritardo per ottenere i rimborsi.

Per quanto riguarda i blocchi causati dal traffico, il criterio con cui viene assegnato il rimborso dipende invece dalla durata dell’interruzione del traffico sulla tratta interessata: tra l’ora e le due ore è previsto il rimborso del 50 per cento; tra le due e le tre ore del 75; oltre le tre ore è previsto il rimborso totale del pedaggio. In entrambi i casi – cantieri e traffico – la soglia minima di denaro rimborsabile è 10 centesimi.

La delibera prevede che i concessionari delle tratte autostradali italiane predispongano come detto un’applicazione unica e integrata per permettere agli utenti di chiedere i rimborsi. La delibera prevede comunque che i concessionari creino anche una sezione del loro sito web, un numero di telefono o punti fisici di assistenza.

Sull’app dovrebbe comparire il rimborso entro 20 giorni dal viaggio, sotto forma di credito elettronico. Raggiunto almeno un euro di rimborso dovuto, la somma verrà erogata a chi ne ha diritto in modi diversi a seconda di come la persona ha pagato il pedaggio: sulla carta di credito o di debito, sul sistema di telepedaggio (come Telepass o MooneyGo), oppure attraverso un bonifico, se si fa richiesta di ottenere il rimborso con questa modalità.