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  • Domenica 7 dicembre 2025

Oggi si decide il Mondiale di Formula 1

Con il dominatore degli anni passati che è diventato il terzo incomodo tra due discontinui compagni di scuderia: come ci siamo arrivati?

Piastri, Verstappen e Norris – nelle rispettive monoposto – a luglio al Gran Premio di Silverstone, Inghilterra (Photo by Mark Thompson/Getty Images)
Piastri, Verstappen e Norris – nelle rispettive monoposto – a luglio al Gran Premio di Silverstone, Inghilterra (Photo by Mark Thompson/Getty Images)
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Inizia alle 14 di oggi il 24esimo e ultimo Gran Premio del Mondiale di Formula 1 di quest’anno, che ormai da qualche anno si tiene sul circuito Yas Marina di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Come non succedeva da 15 anni, a una gara dal termine ci sono ancora tre piloti a giocarsi il Mondiale.

Due sono compagni di squadra: l’inglese Lando Norris e l’australiano Oscar Piastri, entrambi piloti della McLaren, per distacco l’auto più veloce di questo Mondiale. Il terzo è l’olandese Max Verstappen, vincitore degli ultimi quattro Mondiali. Il primo lo vinse nel 2021 all’ultimo Gran Premio, già allora ad Abu Dhabi, contro Lewis Hamilton (che aveva vinto i precedenti quattro) e i successivi tre li ha vinti con maggiore vantaggio e anticipo, da pilota più forte alla guida dell’auto migliore.

La situazione è questa: al primo posto in classifica c’è Norris, con Verstappen secondo e Piastri terzo. Tra Norris e Piastri ci sono 16 punti di differenza. Chi arriva primo al traguardo prende 25 punti, poi i piloti tra il secondo e il decimo ne prendono 18, 15, 12, 10, 8, 6, 4, 2 e 1. Grazie ai tempi fatti nelle qualifiche di sabato, i tre partiranno nelle seguenti posizioni: Verstappen in pole position, seguito da Norris e poi da Piastri.

Le combinazioni che potrebbero portare alla vittoria di ognuno dei tre sono molte. A Norris basta arrivare nelle prime tre posizioni per vincere il mondiale; se invece Verstappen arrivasse primo con Norris dal quarto posto in giù, vincerebbe lui; per Piastri invece le cose sono più difficili: arrivando primo finirebbe sicuramente con più punti di Verstappen, ma Norris dovrebbe arrivare dal sesto posto in giù.

La storia di come si è arrivati qui inizia perlomeno nel 2021 (ma andiamo veloci: promesso). È l’anno in cui, come detto, Verstappen vinse il Mondiale all’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio, dopo un finale avvincente ma anche molto dibattuto, che mise fine a sette anni di vittorie della Mercedes (in Formula 1 ci sono due piloti per scuderia, e la scuderia è di fatto la “squadra”, anche se non sempre fa “gioco di squadra”).

Verstappen vinse quel Mondiale senza che la Red Bull vincesse la classifica costruttori (la classifica delle scuderie) e arrivando primo in 10 Gran Premi su 22. Poi ne arrivarono due con un maggiore dominio, decisamente meno avvincenti. Nel 2022 Verstappen vinse 15 Gran Premi su 22 e la Red Bull stravinse la classifica costruttori con oltre 200 punti di vantaggio sulla Ferrari. Nel 2023 il dominio fu ancora più grande: Verstappen vinse tutte le gare tranne quattro, finendo il Mondiale con il doppio dei punti rispetto al suo compagno di scuderia.

Nel 2024 Verstappen fece invece più fatica: vinse con 9 vittorie su 24 Gran Premi, con Norris secondo in classifica a 63 punti di distacco e con la McLaren prima nella classifica costruttori.

Nel Mondiale di quest’anno è stato subito abbastanza chiaro che le McLaren sarebbero state ancora più competitive. Finora Verstappen ha vinto solo sette Gran Premi e fino a qualche mese fa sarebbe stato piuttosto irrealistico, quasi illogico, immaginarselo in corsa per il Mondiale alla vigilia dell’ultima gara. Le McLaren erano nettamente migliori e i suoi due piloti spesso nelle prime posizioni, e Verstappen era arrivato ad avere quasi 100 punti di svantaggio.

La McLaren di Norris, il 5 dicembre ad Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti (Clive Rose/Getty Images)

Nel frattempo la Red Bull passava momenti difficili, faticando a trovare il giusto compagno di scuderia per Verstappen e passando per il licenziamento di Christian Horner, il suo storico team principal (il capo della scuderia).

Poi la Red Bull si è riassestata e la McLaren ha iniziato ad avere problemi: a volte dovuti a errori di Norris e Piastri, altre volte a errori di strategia della scuderia, che peraltro ha sempre cercato di lasciare i suoi piloti liberi di competere l’uno contro l’altro, senza scegliere di puntare tutto su uno solo dei due.

I problemi maggiori, quelli che rendono ancora aperto questo Mondiale, sono arrivati però nella terzultima gara, corsa il 23 novembre a Las Vegas: Verstappen ha vinto (facendo quindi 25 punti) e sia Norris che Piastri sono stati squalificati per la medesima irregolarità tecnica (prendendo quindi entrambi zero punti). Senza quella gara staremmo parlando, al massimo, di una sfida interna, tra i due piloti della McLaren. E invece ora ci sono tre piloti a pochi punti di distanza, ognuno con sette Gran Premi vinti.

La scelta della McLaren di non scegliere un pilota su cui puntare e di non imporre i cosiddetti “ordini di scuderia” è stata un bene per il Mondiale, perché lo ha reso conteso e aperto fino alla fine, ma se Verstappen dovesse vincere molti punterebbero il dito contro questa decisione.

Dopo aver vinto il Gran Premio del Qatar, il penultimo di questo Mondiale, Verstappen stesso ha detto di essere in gara «grazie agli errori di altre persone». È una verità oggettiva, ma anche parte di un suo approccio che punta a mettere pressione ai due piloti McLaren.

Max Verstappen il 30 novembre in Qatar (Mark Thompson/Getty Images)

A 28 anni Verstappen è uno dei migliori e più vincenti piloti nella storia della Formula 1: pur senza l’auto migliore, guida in modo aggressivo ma controllato, praticamente senza mai sbagliare e portando a casa quasi sempre il miglior risultato possibile date le premesse.

Norris e Piastri, che hanno 26 e 24 anni, sono piloti eccellenti, eppure meno costanti di Verstappen, che ha detto anche che se fosse stato lui alla guida della McLaren «il campionato sarebbe già finito da un bel po’». Magari non è una cosa carina da dire, ma è difficile dargli torto.

– Leggi anche: Com’è possibile che la McLaren rischi di perdere questo Mondiale?