Il “primo crimine dallo Spazio” alla fine non lo era
Un'astronauta era stata accusata dalla ex moglie di aver violato il suo conto corrente dalla Stazione Spaziale Internazionale

Nell’agosto del 2019 una donna statunitense, Summer Worden, accusò la sua ex moglie, Anne McClain, di essere entrata senza permesso nel suo conto corrente personale. Di per sé non sarebbe una notizia, ma il fatto che McClain fosse un’astronauta, e che fosse stata accusata di aver controllato il conto mentre si trovava nella Stazione Spaziale Internazionale, cioè in orbita intorno alla Terra, fece sì che la storia venisse raccontata dai giornali come il primo possibile crimine commesso dallo Spazio. Ora però è stato accertato che non lo fu.
Worden, che è un’ex funzionaria dell’intelligence dell’aeronautica militare statunitense, ha ammesso infatti di aver mentito agli agenti federali su alcuni aspetti della vicenda. Ora rischia fino a cinque anni di carcere e una multa di 250mila dollari (215mila euro).
La vicenda tra Worden e McClain, che oggi hanno rispettivamente 50 e 46 anni, si inserisce in una causa legale più ampia sulla fine del loro matrimonio. Le due si erano sposate nel 2014 e si erano separate quattro anni dopo, prima che McClain partisse per la Stazione Spaziale Internazionale, dove trascorse oltre 200 giorni dal dicembre del 2018 al giugno del 2019. Worden chiese il divorzio perché McClain l’aveva accusata di violenza privata, e sostenne che la sua fosse una strategia per ottenere l’affido del figlio di Worden, nato prima dell’inizio della loro relazione.
Quell’accusa poi fu ritirata, ma nel gennaio del 2019 Worden si accorse che qualcuno era entrato nel suo conto personale con un computer registrato alla NASA, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti. Saltò fuori che era stata McClain, mentre si trovava nello Spazio.
Worden la accusò di aver scoperto la sua password e di aver fatto l’accesso senza il suo permesso, e quindi presentò un reclamo per furto d’identità alla Federal Trade Commission, l’agenzia federale per la tutela dei consumatori. McClain ammise di aver controllato il conto, ma disse di essere entrata usando la password che aveva da quando era sposata con lei, e quindi con il suo consenso.
Oltre alla Federal Trade Commission, comunque, cominciò a fare accertamenti anche la divisione della NASA che si occupa di possibili crimini, truffe o abusi. Nel 2020 alla fine Worden fu incriminata in Texas con l’accusa di aver dichiarato il falso durante le indagini. Emerse infatti che Worden aveva condiviso con McClain le credenziali per l’accesso ai suoi conti correnti fin dal 2015 almeno, e che non gliele aveva mai revocate. In particolare aveva aperto il conto in questione nell’aprile del 2018, ed entrambe lo avevano regolarmente controllato anche dopo essersi separate, fino appunto al gennaio del 2019, quando poi Worden aveva cambiato la password.
La sentenza di Worden, che è in libertà su cauzione, è prevista per il prossimo 12 febbraio. McClain invece continua a fare l’astronauta, e ad agosto è rientrata sulla Terra dopo una nuova missione.



