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  • Martedì 18 novembre 2025

Perché Trump ha cambiato idea sui documenti del caso Epstein

È stato uno dei rarissimi casi in cui aveva contro un pezzo del Partito Repubblicano, e per una volta ha ceduto lui

Donald Trump arriva in una base militare del Maryland, il 16 novembre
Donald Trump arriva in una base militare del Maryland, il 16 novembre (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
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Dopo mesi passati a provare a sabotare e sminuire l’importanza del caso Epstein, domenica il presidente statunitense Donald Trump si è detto favorevole a diffondere i documenti raccolti durante i processi e ha chiesto ai Repubblicani di votare a favore di una legge che lo chiede. L’improvviso cambiamento di approccio è un rarissimo caso in cui Trump è stato costretto a cedere alle richieste del Partito Repubblicano, e non il contrario, e in cui quindi ha mostrato pubblicamente di aver perso il controllo di un pezzo del suo partito.

Nonostante le sue pressioni infatti molti deputati Repubblicani, se non la maggioranza, erano pronti a votare insieme ai Democratici per pubblicare i documenti. C’erano quindi i numeri perché la legge passasse alla Camera, e se Trump avesse continuato a opporsi non ne sarebbe uscito bene: piuttosto che ammettere una sconfitta, ha cambiato idea.

Epstein è il finanziere accusato di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni, che si suicidò in prigione nel 2019. I documenti riservati dei processi a suo carico, così come l’eventuale coinvolgimento di Trump, sono da mesi un problema per il presidente. Le sue posizioni sulla vicenda sono state confuse e spesso contraddittorie: principalmente ha cercato di sviare l’attenzione, ma senza grande successo, dato che i media continuano a dare enorme risalto a ogni piccolo sviluppo.

La scorsa settimana erano state diffuse nuove informazioni sul caso, tra cui alcune lettere private in cui Epstein scriveva che Trump «sapeva delle ragazze» e «trascorreva ore a casa mia». Non è niente che non si sapesse già – i rapporti tra Trump ed Epstein negli anni Novanta e Duemila sono ben documentati – ma il caso è diventato così rilevante e presente nel dibattito che ogni novità diventa un problema per Trump.

Un camioncino con un manifesto contro Trump, che riporta uno dei passaggi delle lettere di Epstein, fuori dal Congresso, a Washington, il 17 novembre

Un camioncino con un manifesto contro Trump, che riporta uno dei passaggi delle lettere di Epstein, fuori dal Congresso, a Washington, il 17 novembre (EPA/JIM LO SCALZO)

Le molte notizie, voci e indiscrezioni sul caso Epstein sono anche responsabilità dei Repubblicani al Congresso. I documenti privati di cui s’è parlato sono stati acquisiti da una commissione d’inchiesta parlamentare presieduta dai Repubblicani, che l’avevano istituita proprio nel tentativo di evitare un voto sulla loro pubblicazione.

Trump non ha più potuto ignorarla anche perché tre deputate del suo partito avevano ottenuto abbastanza firme, tra i colleghi, per una petizione che obbligava la Camera a votare sulla legge. Secondo fonti del New York Times, Trump ha tenuto conto delle osservazioni dei parlamentari che, in privato, gli avevano detto che la sua opposizione faceva sembrare che avesse qualcosa da nascondere.

Non è chiaro se il riposizionamento di Trump avrà conseguenze immediate, anche perché il voto del Congresso non sarebbe strettamente necessario: il presidente potrebbe ordinare la pubblicazione dei documenti senza passare da un voto, ma finora non lo ha fatto. Dopo la Camera la legge dovrebbe passare al Senato e la sua approvazione, con ogni probabilità con un sostegno trasversale, metterebbe grossa pressione sull’amministrazione.

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