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  • Lunedì 17 novembre 2025

Lucas Pinheiro Braathen è più di uno sciatore

Si fa notare anche fuori dalle gare, e intanto ha vinto il suo primo slalom speciale da quando gareggia per il Brasile

Lucas Pinheiro Braathen il 16 novembre a Levi, Finlandia (Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)
Lucas Pinheiro Braathen il 16 novembre a Levi, Finlandia (Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)
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Domenica a Levi, in Finlandia, su una pista 170 chilometri a nord del circolo polare artico, il 25enne Lucas Pinheiro Braathen ha vinto la prima gara stagionale della Coppa del mondo di slalom speciale, la più tecnica tra le discipline di sci alpino. È la prima vittoria di sempre per il Brasile in una gara di Coppa del mondo di sci alpino, e la prima per Pinheiro Braathen da quando, a 23 anni, aveva deciso di ritirarsi, per poi tornare a gareggiare un anno dopo. Prima del ritiro gareggiava con la Norvegia, dove è nato; da quando è tornato gareggia per il Brasile, paese della madre. Spesso, all’arrivo di una gara, fa qualche passo di samba; questa volta invece era più emozionato.

Il ritiro e il passaggio al Brasile c’entrano con la sua volontà – che era stata spesso frenata dalla squadra norvegese – di esprimersi liberamente, di vestirsi come gli pare e anche di fare accordi commerciali con le aziende che vuole lui. Ma anche con la sua voglia di farsi notare non solo per quanto bene scia; di uscire dagli schemi, in genere molto rigidi, dello sci alpino, dove anche grandi campioni faticano a farsi notare e conoscere dai non appassionati. «Non c’è niente che ami di più che sentirmi l’uomo del momento e dare spettacolo», ha detto Pinheiro Braathen.

A Levi ha vinto dopo un’eccellente prima manche e dopo aver controllato nella seconda, con un vantaggio finale di tre decimi sul francese Clément Noël, vincitore di quattro slalom speciali nella stagione scorsa. Dopo l’arrivo si è inginocchiato sulla neve, ha guardato il cielo e dopo essersi rialzato ha urlato “Vamos Brasil” alla telecamera.

Pinheiro Braathen è nato nel 2000 a Oslo. Tre anni dopo i genitori si separarono e in una complicata vicenda di ottenimento della sua custodia lui andò prima in Brasile con la madre per poi tornare dal padre in Norvegia. In Brasile giocò a calcio, avendo come idolo Ronaldinho. In Norvegia, a otto anni, iniziò a sciare. Decisamente controvoglia: ha raccontato che all’inizio non gli piacevano né lo sport né il freddo e che gli capitò di dire che i suoi piedi «erano fatti per la sabbia e non per rigidissimi scarponi da sci».

Poi ci prese gusto e iniziò a ottenere risultati sempre migliori. Sempre andando con relativa frequenza in Brasile, dalla madre, e cambiando casa decine di volte per seguire gli spostamenti lavorativi del padre. «In Brasile ero “il norvegese,” in Norvegia “il brasiliano”», ha detto.

Vinse la sua prima gara di Coppa del Mondo nel 2020, poi cinque altre gare tra il 2022 e il 2023, anno in cui fu anche vincitore della Coppa del Mondo di slalom speciale (che si basa sui risultati ottenuti in tutte le gare stagionali di specialità). C’è chi nel suo modo di sciare ha visto movimenti che ricordano la samba, cosa di cui lui ha detto, intervistato da Esquire:

«È divertente ciò che è emerso quando ho vinto la Coppa del Mondo di slalom speciale nel 2023: i media hanno iniziato a dire che la mia discesa sembrava più una samba che una gara di sci. Devo dire che mi riconosco in questa descrizione. Da piccolo sognavo di giocare a calcio e odiavo lo sci, ma alla fine sono diventato uno sciatore, portandomi comunque dentro lo spirito della samba alla Ronaldinho. Per me, sciare è come una danza con la natura, un’esperienza di puro divertimento».

L’ultima vittoria con la Norvegia fu nel gennaio del 2023, poi nell’ottobre di quell’anno – due giorni prima dell’inizio di una nuova stagione – arrivò l’annuncio del ritiro, a 23 anni. Pinheiro Braathen fece l’annuncio in lacrime, dicendo che gareggiando sentiva di «aver perso la libertà» e di poter «andare oltre lo sport».

Nelle settimane precedenti si era parlato di una sua disputa con la federazione sciistica norvegese. In breve, lui voleva essere libero di collaborare con aziende, soprattutto di abbigliamento e in certi casi abbastanza esterne al mondo dello sci alpino. La federazione, con la quale lui aveva un contratto, aveva a sua volta accordi di collaborazioni con marchi e aziende, che comprensibilmente non gradivano che lui ne facesse altri.

La rigidità dell’approccio della federazione sui diritti d’immagine e di sponsorizzazione non si incastrava con la sua voglia di avere accordi e collaborazioni di altro tipo. Era una questione economica (altri accordi gli avrebbero permesso di guadagnare di più) ma – specie visto l’interesse di Pinheiro Braathen per la moda e viste le sue parole prima del ritiro – almeno da parte sua non solo.

Dopo il ritiro passò diversi mesi viaggiando, per poi tornare a gareggiare nell’ottobre del 2024 (saltò di fatto l’intera stagione 2023-24). Nella stagione 2024-25 è tornato tra i migliori, arrivando cinque volte tra i primi tre nonostante avesse saltato la stagione precedente (cosa che comporta anche svantaggi nel numero di pettorale – e quindi nelle condizioni di pista – con cui partire nella prima delle due manche).

Oltre ai podi e alla vittoria di Levi, da quando gareggia con il Brasile è inoltre più libero di fare gli accordi commerciali che preferisce: ne ha, tra gli altri, con Red Bull e con l’azienda di abbigliamento di lusso Moncler. Oltre che per il suo stile nel vestire e i suoi risultati nello sci, Pinheiro Braathen cerca anche di farsi notare con interviste in cui parla dell’importanza della diversità e dell’affermazione di sé a prescindere da canoni e schemi imposti dall’esterno, nello sci ma non solo.

Lucas Pinheiro Braathen nel 2024 (Jari Pestelacci/Eurasia Sport Images/Getty Images)

Intanto, quando non è impegnato con le gare, vive a Milano, un buon punto in cui fare base per raggiungere le sedi di gara sulle Alpi. In vista delle gare olimpiche di Milano Cortina è tra i favoriti in quelle di slalom: se dovesse vincere una medaglia, sarebbe la prima per il Brasile nell’intera storia delle Olimpiadi invernali.