• Italia
  • Lunedì 17 novembre 2025

Come cambierà l’Arena di Verona con le Olimpiadi invernali

Ospiterà la cerimonia di chiusura, e per l'occasione sono in corso lavori che hanno permesso anche qualche scoperta archeologica

Turisti all'Arena di Verona, 2 agosto 2023 (© Jin Mamengni/Xinhua via ZUMA Press)
Turisti all'Arena di Verona, 2 agosto 2023 (© Jin Mamengni/Xinhua via ZUMA Press)
Caricamento player

La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e quella di apertura delle Paralimpiadi si faranno all’Arena di Verona, uno dei più grandi anfiteatri d’Italia costruito dai romani attorno alla metà del I secolo dopo Cristo, e che viene ancora oggi utilizzato per concerti, festival e spettacoli.

In vista degli eventi legati alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi, che si terranno a Verona il 22 febbraio e il 6 marzo, sono stati stanziati circa 19 milioni di euro per rendere la viabilità intorno al monumento e il monumento stesso più accessibili. Saranno installate rampe, passerelle, pedane, parapetti e corrimano. Saranno rinnovati i bagni e altri ne saranno costruiti. Sarà ripensata la platea e sarà infine realizzato un ascensore che consentirà alle persone con disabilità motoria di arrivare, per la prima volta, anche ai livelli superiori dell’anfiteatro.

Parte dei lavori di riqualificazione e rimozione delle barriere architettoniche sarà realizzata entro la data della prima cerimonia: «Saranno interventi minimali e strettamente necessari», spiega il soprintendente Andrea Rosignoli, mentre gli interventi più significativi si concluderanno dopo la fine dei Giochi e «resteranno come eredità alla città», dice la vicesindaca di Verona e assessora all’Edilizia monumentale Barbara Bissoli. Alcuni lavori saranno gestiti proprio dal comune mentre altri, i più corposi, da SIMICO, la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 a cui è stata affidata la gestione delle infrastrutture olimpiche.

L’Arena, circondata dal cosiddetto vallo (una sorta di fossato), si trova nella principale piazza di Verona, piazza Bra, delimitata da palazzi storici come la Gran Guardia e Palazzo Barbieri, sede del municipio. L’anfiteatro ha una forma ellittica, e nonostante sia arrivato fino a oggi in ottimo stato di conservazione, il suo aspetto è piuttosto diverso rispetto a quello originale, soprattutto a causa della mancanza dell’anello più esterno, che un tempo era la facciata. L’unico tratto rimasto in piedi della cinta esterna è la cosiddetta “ala”, composta da quattro arcate disposte su tre ordini.

Rappresentazione dell’Arena nel trattato “Verona illustrata” di Scipione Maffei (Wikipedia)

L’interno dell’anfiteatro è costituito da due parti principali: al centro c’è l’arena vera e propria, lo spazio dove si svolgevano gli spettacoli, e attorno c’è la cavea a gradinate per il pubblico a cui si accede attraverso 64 vomitoria, cioè ingressi collegati alle scale interne. L’Arena venne edificata all’esterno delle mura della città romana per favorire l’afflusso degli spettatori ed evitare affollamenti nel centro. Oggi dista circa 1,5 chilometri dalla stazione principale di Verona, Porta Nuova.

Alcuni degli interventi che saranno realizzati per le Olimpiadi e le Paralimpiadi – e che la nuova amministrazione del sindaco di centrosinistra Damiano Tommasi è riuscita ad ottenere rispetto all’idea originaria del progetto – hanno a che fare con il miglioramento dei percorsi che dalla stazione e dai principali parcheggi della città portano al monumento. I lavori sono attualmente al 65 per cento, dice la vicesindaca Bissoli, e saranno terminati entro la fine dell’anno: lungo queste strade saranno eliminate le barriere architettoniche, saranno migliorati gli attraversamenti e le pavimentazioni e sarà consentito sia alle persone con difficoltà o disabilità motorie sia con disabilità di tipo sensoriale di individuare e seguire i percorsi in sicurezza fino a piazza Bra. In questa progettazione è previsto anche l’inserimento di piste ciclabili protette attraverso una riduzione delle carreggiate per le auto.

I lavori subito all’esterno e soprattutto all’interno del monumento saranno però i più significativi. Poiché l’Arena si trova sotto il normale livello della strada, per superare il dislivello sarà installato un sistema di rampe e di passerelle metalliche. SIMICO ha fatto sapere che la pendenza delle rampe sarà mantenuta tra il 4 e l’8 per cento e che la passerella sarà larga 3 metri dando la possibilità di garantire il passaggio di due sedie a rotelle e la rotazione su sé stessa di una sedia a rotelle. Sia la rampa esterna che la passerella interna saranno dotate di parapetti con corrimano laterali e dovrebbero essere posizionate proprio in questi giorni, entro dunque l’inizio delle cerimonie delle Olimpiadi e della Paralimpiadi.

Rampa di accesso dall’esterno (Simico)

Sempre all’interno dell’Arena e sempre nell’ambito dei Giochi saranno rinnovati i servizi igienici e ne saranno costruiti di nuovi. Di questi lavori si occuperà direttamente il comune finanziandoli in parte con il programma nazionale Art Bonus dedicato alla tutela del patrimonio culturale, approvato nel 2018 e già avviato negli anni scorsi, e in parte con i finanziamenti provenienti dalle Olimpiadi. Alla fine i lavori interesseranno 15 bagni di cui tre per persone a ridotta mobilità.

Gli interventi post olimpici prevedono invece la sostituzione dei parapetti dei vomitoria (cioè gli ingressi laterali), dei corrimani delle scale di accesso ai livelli superiori dell’Arena (che già esistono, ma che non sono molto funzionali) e del parapetto dell’anello sommitale del monumento. Il soprintendente Andrea Rosignoli spiega che il parapetto sulla sommità è ora costituito «da una rete elettrosaldata messa in emergenza diversi anni fa» e che «si cercherà di fissare quello nuovo riutilizzando i punti dove era già stato fissato il vecchio».

È previsto anche il rifacimento della platea che negli anni scorsi è stata al centro di diverse proteste e denunce, che avevano portato le società che si stavano occupando degli eventi in Arena ad essere condannate per comportamento discriminatorio nei confronti di spettatori e spettatrici con disabilità. Dopo la condanna del tribunale le società avevano realizzato una pedana rialzata in grado di consentire anche alle persone con disabilità di assistere agli eventi senza che la loro visuale venisse ostacolata dalle persone in piedi. Ma la soluzione con cui si era data applicazione alla sentenza del giudice non è stata risolutiva e ha portato a nuovi problemi: l’accesso alle pedane rialzate è stato infatti vietato agli accompagnatori e alle accompagnatrici delle persone con disabilità, che hanno sì potuto assistere agli spettacoli con una visuale migliore, ma da sole e in mancanza di una vera e propria assistenza. I nuovi lavori prevedono sedute accessibili distribuite tra le altre e sedute montabili e smontabili all’occorrenza.

L’intervento più complicato riguarderà però l’installazione di un ascensore che consentirà alle persone con disabilità motoria di accedere anche ai livelli superiori dell’Arena, offrendo una prospettiva differente sull’intera cavea.

L’ala dell’Arena di Verona, corrispondente alla vecchia facciata del monumento (Andrea Bertozzi, Wikipedia)

Il soprintendente Rosignoli spiega che per la costruzione dell’ascensore è stato individuato l’arcovolo 65, una delle strutture ad arco che forma i livelli inferiori dell’Arena e che si trova proprio dietro l’ala. Qui «non ci sono strutture voltate intermedie tra il livello terreno e la sommità [un solaio, per intenderci, ndr], dall’esterno non si vedrà sostanzialmente nulla e poiché è proprio in corrispondenza dell’ala consentirà un accesso protetto e riparato anche in caso di pioggia». L’ascensore arriverà fino alla cosiddetta terrazza dell’Arena, situata tra l’ala e gli arcovoli interni. L’ultimo tratto per raggiungere la gradinata sarà invece servito da un servoscala: «È inevitabile», spiega Rosignoli, «perché non c’è modo di far arrivare l’ascensore proprio dentro l’anfiteatro».

Da febbraio del 2025, per verificare la fattibilità dell’ascensore, è stato avviato uno scavo archeologico ed è stata scoperta una fornace per la fusione e il riutilizzo del vetro dell’epoca tardo-antica, quando l’Arena aveva smesso di funzionare come edificio ludico ed era stata in parte occupata da botteghe e attività produttive.

Scavi archeologici all’arcovolo 65 (Andrea Rosignoli)

Qui sono stati trovati blocchi di vetro grezzo, sicuramente importati, rottami rifusi, provini per testare la viscosità della pasta vitrea e colletti, i piccoli residui che rimanevano sulla canna da soffiatura al termine del lavoro del maestro vetraio. Per valorizzare questa scoperta, è stata organizzata un’apertura straordinaria dell’arcovolo 65 per permettere al pubblico di osservare gli scavi, che hanno comunque consentito di verificare che non ci sono ostacoli per la costruzione dell’ascensore. I lavori inizieranno dopo le cerimonie delle Olimpiadi.