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  • Lunedì 10 novembre 2025

L’ex dittatore indonesiano Suharto è un “eroe nazionale”

Il titolo gli è stato conferito postumo: governò in modo autoritario per oltre trent'anni, espandendo parecchio il ruolo dell'esercito

Siti Hardiyanti Rukmana, figlia dell'ex dittatore indonesiano Suharto, accanto alla foto del padre durante la cerimonia per il conferimento del titolo di eroe nazionale, Giacarta, 10 novembre 2025 (EPA/ADI WEDA)
Siti Hardiyanti Rukmana, figlia dell'ex dittatore indonesiano Suharto, accanto alla foto del padre durante la cerimonia per il conferimento del titolo di eroe nazionale, Giacarta, 10 novembre 2025 (EPA/ADI WEDA)
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L’ex dittatore indonesiano Suharto, morto nel 2008 dopo essere stato al potere per tre decenni tra gli anni Sessanta e Novanta, è stato insignito insieme ad altre nove persone del titolo di “eroe nazionale”. L’onorificenza è stata ritirata dalla figlia Siti Hediati Hariyadi, che è anche l’ex moglie dell’attuale presidente dell’Indonesia Prabowo Subianto.

Come prevedibile la decisione è stata molto criticata poiché Suharto, a cui pure viene riconosciuto un contributo alla crescita economica dell’Indonesia nella seconda metà del Novecento, è stato un dittatore violento, responsabile della soppressione del dissenso e delle minoranze, della diffusione della corruzione e del rafforzamento del potere dell’esercito, un’eredità che il paese fatica ancora oggi a superare.

Il governo di Prabowo ha giustificato la decisione dicendo che Suharto meriti il titolo per il ruolo svolto nella guerra d’indipendenza dell’Indonesia contro i Paesi Bassi, combattuta negli anni Quaranta. Prabowo, in carica dal 2024, condivide molte delle idee politiche di Suharto (oltre a essere suo genero) e anche lui è stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani. Lunedì davanti al palazzo presidenziale di Giacarta si sono svolte piccole ma significative proteste contro la concessione del titolo all’ex dittatore.

Una presidio di protesta contro l’onorificenza a Suharto, Giacarta, 6 novembre 2025 (AP Photo/Achmad Ibrahim)

Suharto (che ha solo il nome proprio e non un cognome, come da tradizione sull’isola di Giava, di cui è originario) fu presidente dell’Indonesia dal 1967 al 1998. Negli anni immediatamente precedenti aveva avuto un ruolo decisivo nella repressione di un tentativo di colpo di stato organizzato da un gruppo di ufficiali militari legati al Partito Comunista Indonesiano (PKI), allora molto influente.

All’epoca Suharto era già uno dei comandanti più importanti dell’esercito, e tra il 1965 e il 1966 guidò una durissima campagna di eliminazione contro il PKI: ordinò la persecuzione sistematica dei suoi membri e simpatizzanti – secondo diverse stime ne furono uccisi tra i 500mila e il milione – e fece chiudere giornali e pubblicazioni vicine al partito.

– Leggi anche: In Indonesia l’esercito si sta riprendendo spazio e potere

Una volta al potere Suharto impose quello che in Indonesia è diventato noto come Nuovo Ordine, ossia un regime militare autoritario durante il quale i militari entrarono in parlamento e ricoprirono ruoli politici a tutti i livelli, dal ministero alle amministrazioni locali, attraverso una struttura di comando capillare che arrivava anche nelle zone più remote e che permise al regime anche di applicare una brutale repressione del dissenso. Inoltre i militari controllavano le imprese pubbliche e private in ogni settore, cosa che favorì il diffondersi del clientelismo e della corruzione.

Anche la crescita economica, pur rilevante durante i trent’anni di governo di Suharto, fu fortemente diseguale: i principali benefici si concentrarono nelle mani di una ristretta élite di militari, imprenditori legati al regime e membri della famiglia del presidente.