La differenza che fa avere Gian Piero Gasperini come allenatore
Con lui la Roma è prima in classifica, senza di lui l'Atalanta è tredicesima

Dopo undici giornate di Serie A la Roma è prima in classifica (a pari merito con l’Inter) con 24 punti, mentre l’Atalanta è tredicesima con 13 punti. Lo scorso anno, a questo punto del campionato, l’Atalanta era terza con 22 punti, la Roma dodicesima con 13 punti. Si è capovolta la situazione, quindi, e non sembra una coincidenza che si siano invertiti pure gli allenatori. L’anno scorso Gian Piero Gasperini era l’allenatore dell’Atalanta e Ivan Juric quello della Roma, mentre oggi Gasperini allena la Roma e Juric (fino a lunedì mattina, prima di essere esonerato) l’Atalanta.
Sono cambiate parecchie cose, nel frattempo. L’anno scorso la Roma stava vivendo un periodo di grossa confusione societaria, in buona parte rientrato nel corso della stagione con la nomina di Claudio Ranieri come allenatore (e futuro dirigente). L’Atalanta giocava l’ultima di nove, irripetibili stagioni in cui Gasperini aveva cambiato del tutto lo status della squadra, mettendo quasi sempre i calciatori nelle condizioni di giocare al di sopra delle loro possibilità.
Non sarebbe stato facile per nessuno sostituire Gasperini che, assieme all’eccellente lavoro della dirigenza, aveva reso ogni anno la squadra competitiva per le prime posizioni, dopo decenni in cui l’obiettivo massimo era la permanenza in Serie A. In estate inoltre l’Atalanta ha ceduto l’attaccante Mateo Retegui, miglior marcatore dello scorso campionato, e messo per un periodo fuori squadra Ademola Lookman, il suo miglior giocatore nelle ultime due stagioni (che aveva cercato, senza successo, di farsi cedere all’Inter).
Senza dubbio comunque Juric, finché è stato l’allenatore dell’Atalanta, ha faticato non poco a proseguire il lavoro di Gasperini, il quale invece in poco tempo ha avuto un impatto notevole sulla Roma, con cui è riuscito ad arrivare al primo posto in classifica nonostante alcuni evidenti difetti nella composizione della squadra.

Gian Piero Gasperini e Ivan Juric durante una partita tra Atalanta e Torino del 2023 (Valerio Pennicino/Getty Images)
La nomina di Juric all’Atalanta era stata per certi versi inattesa, visto che la stagione scorsa fu per lui disastrosa prima con la Roma (con cui perse 4 partite su 8 in Serie A) e poi con il Southampton (con cui ne perse 12 su 14 in Premier League). D’altro canto Juric era da sempre considerato un “allievo” di Gasperini, che lo aveva allenato anni fa al Genoa quando era ancora un giocatore. Le loro squadre si basano su principi simili (la difesa a 3, le marcature individuali, il pressing insistente), e sostituire Gasperini con Juric veniva ritenuta una scelta di continuità, per non stravolgere il modo in cui i calciatori erano abituati a giocare.
Nelle ultime due partite di campionato l’Atalanta ha perso 1-0 contro l’Udinese e 3-0 in casa contro il Sassuolo, e poche ore dopo la sconfitta col Sassuolo Juric è stato esonerato. Secondo i principali giornali sportivi sarà sostituito da Raffaele Palladino (un altro, forse più promettente, “allievo di Gasperini”). La scorsa settimana la Gazzetta dello Sport, descrivendo i problemi dell’Atalanta, parlava di «scadimento del gioco e dell’atteggiamento psicologico», di scelte tecniche e tattiche sbagliate di Juric, di difficoltà nel gestire l’alternanza dei giocatori. Secondo l’ex calciatore e oggi opinionista Gaetano D’Agostino, all’Atalanta di Juric stava mancando il coraggio e la brillantezza offensiva che c’erano con Gasperini.
Era prevedibile, almeno all’inizio, un piccolo ridimensionamento dell’Atalanta, perché ci sono stati pochi allenatori (forse nessuno) negli ultimi dieci anni di Serie A determinanti come Gasperini. «Gasperini è stato geniale in questo: nel rendere fortissimi giocatori buoni», diceva già un mese fa il giornalista Giuseppe Pastore, secondo cui d’altro canto «Juric mi pare li stia facendo tornare indietro di qualche casella». Passare in un anno dal terzo al tredicesimo posto, pur con alcuni sconvolgimenti, è con ogni evidenza un risultato non soddisfacente.

Ivan Juric, 50 anni (Timothy Rogers/Getty Images)
Ciò che aveva fatto all’Atalanta, Gasperini lo sta facendo invece pure alla Roma, e più velocemente del previsto. Fino a questo momento infatti era stato un allenatore che aveva bisogno di tempo per trasmettere alla squadra le sue idee, che sono ambiziose e radicali, e richiedono grande applicazione da parte di tutti i calciatori. Nel 2016, all’Atalanta, aveva cominciato con 4 sconfitte nelle prime 5 partite. Nel 2011, nella sua precedente esperienza in una grande squadra, l’Inter, era stato esonerato dopo appena tre partite di campionato.
Pur essendo ormai in una fase avanzata della sua carriera (ha 67 anni), la Roma lo ha preso per costruirci qualcosa più a lungo termine, dopo aver cambiato quattro allenatori nell’ultimo anno e mezzo. Eppure i risultati si stanno vedendo da subito, ed è sorprendente anche per il modo in cui stanno arrivando, e cioè grazie soprattutto all’eccezionale tenuta difensiva.
La Roma è la squadra che ha subìto meno gol in campionato, appena 5 in 11 giornate, in controtendenza con ciò a cui aveva abituato l’Atalanta (che semmai era la squadra che segnava più di tutte). La solidità difensiva mostrata dalla Roma è una conseguenza diretta del calcio impetuoso proposto dall’allenatore, i cui calciatori provano sempre con grande aggressività a recuperare la palla una volta persa. Gasperini cioè non si sta snaturando, ma sta facendo affidamento sui punti di forza della squadra, per nascondere anche le sue lacune.
La Roma sta faticando non poco in attacco. I due centravanti, Evan Ferguson e Artem Dovbyk, stanno segnando pochissimo (zero gol Ferguson, arrivato in estate, e 2 Dovbyk); l’argentino Paulo Dybala si è infortunato un’altra volta; l’altro nuovo acquisto, Leon Bailey, ha saltato buona parte della preparazione estiva per un infortunio e per ora non ha fatto vedere granché.
Gasperini però intanto è riuscito a dare alla squadra un’organizzazione di gioco già molto efficace: ora dovrà sperare che gli attaccanti comincino a segnare con più continuità, o quantomeno che a gennaio la dirigenza riesca ad acquistare qualche altro giocatore offensivo di qualità. È difficile dire se la Roma potrà continuare a giocarsi il primo posto, pur in un campionato molto equilibrato in cui anche le migliori squadre hanno già perso parecchi punti. Già se riuscisse ad arrivare tra le prime quattro, comunque, sarebbe un successo, perché significherebbe il ritorno in Champions League della Roma dopo otto anni: l’ultima volta ci riuscì nel 2018, poi da quel momento si è sempre piazzata tra il quinto e il settimo posto.
La classifica di Serie A dopo 11 giornate



