È morto Giorgio Forattini
Fu il più celebrato vignettista satirico italiano del Novecento, e rappresentò diversi momenti storici con disegni memorabili: aveva 94 anni

È morto Giorgio Forattini, uno dei più famosi disegnatori e vignettisti italiani, e il più celebrato del Novecento. Aveva 94 anni. Nella sua lunghissima carriera aveva disegnato vignette satiriche – spesso a sfondo politico – per molti dei principali quotidiani italiani, fra cui Repubblica, la Stampa e il Giornale, oltre a riviste come l’Espresso e Panorama. Le sue vignette sono state pubblicate in varie raccolte da Mondadori.
Le vignette di Forattini hanno accompagnato il racconto di decenni di notizie politiche in Italia, e alcune sono diventate parte della storia del secolo scorso per l’efficacia con cui rappresentarono singoli momenti importanti: come quella pubblicata da Paese Sera il 14 maggio del 1974, il giorno dopo la vittoria del “no” al referendum per annullare la legge che quattro anni prima, nel 1970, aveva introdotto la possibilità del divorzio in Italia. La vignetta ritraeva una bottiglia di spumante con un “no” sull’etichetta e un tappo a forma di Amintore Fanfani (all’epoca segretario della Democrazia Cristiana) che saltava via. Il riferimento neanche troppo velato – le vignette di Forattini non contenevano mai messaggi particolarmente sottili – era alla bassa statura di Fanfani.
Ma in decenni di attività Forattini ritrasse in vari modi quasi tutti gli esponenti politici più importanti, come Giulio Andreotti, Aldo Moro ed Enrico Berlinguer; e sintetizzò molti altri momenti storici, tra cui il rapimento e l’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e gli scandali legati alle inchieste sulla corruzione note come “Tangentopoli”, e i vari relativi dibattiti.

Una vignetta di Giorgio Forattini dedicata a Giulio Andreotti (ANSA)
All’inizio della sua carriera Forattini pubblicava soprattutto su giornali con un orientamento di centrosinistra, come Repubblica e Paese Sera, e le sue vignette satiriche avevano come soggetto soprattutto politici democristiani e di destra: fu così soprattutto nella cosiddetta “Prima Repubblica”, il periodo della storia italiana che va dal Secondo dopoguerra ai primi anni Novanta, quando fu eletto Silvio Berlusconi. A partire dagli anni Novanta e nel corso del Duemila Forattini si spostò invece a destra: interruppe la collaborazione con Repubblica, collaborò per qualche anno con il Giornale e più in generale nelle sue vignette iniziò a prendere più frequentemente di mira politici di sinistra o centrosinistra.
Forattini era nato nel 1931 a Roma e prima di diventare un vignettista aveva fatto un po’ di tutto. Dopo gli studi al liceo classico aveva frequentato la facoltà di architettura all’università di Roma, senza laurearsi, e poi aveva seguito dei corsi di teatro; nel 1953 aveva iniziato a lavorare come operaio in una raffineria di petrolio, poi come rappresentante di commercio, e poi alla fine degli anni Cinquanta era entrato nel settore della discografia, prima come rappresentante e poi come direttore commerciale, a Milano. Si era trasferito a Roma, dove aveva iniziato a lavorare in un’agenzia di pubblicità, e poi era diventato impaginatore grafico su Paese Sera.



