Perché l’Ucraina non può accettare di perdere la Crimea
L'accordo con la Russia proposto dagli Stati Uniti prevede il riconoscimento dell'occupazione russa della penisola, che per Zelensky è irrealizzabile

La Crimea, penisola occupata dalla Russia nel 2014, è tornata al centro degli accordi per porre fine alla guerra in Ucraina. Secondo varie bozze di accordo pubblicate negli scorsi giorni, gli Stati Uniti di Donald Trump si sono detti pronti a riconoscere la sovranità russa sulla Crimea in cambio della fine dei combattimenti. Sarebbe una grande vittoria per il presidente russo Vladimir Putin, ma è una condizione completamente inaccettabile per l’Ucraina.
Appena hanno cominciato a circolare le proposte americane, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che l’Ucraina non accetterà mai nessun accordo che preveda la cessione formale della Crimea. Trump lo ha attaccato, scrivendo sul suo social Truth che la Crimea «è stata persa anni fa», e che se davvero la vuole, «perché non hanno combattuto per difenderla 11 anni fa, quando fu lasciata alla Russia senza sparare un colpo?». In realtà le cose non andarono proprio così.
La Crimea è da più di dieci anni una questione su cui né Russia né Ucraina sono mai state disposte a scendere ad alcun compromesso. Questo potrebbe diventare un serio problema per i tentativi di accordo degli Stati Uniti.

Una bandiera con il ritratto di Putin esposta a Sebastopoli, in Crimea, nel 2021 (AP Photo)
Trump ha ragione quando sostiene che, allo stato attuale delle forze, l’Ucraina non ha nessuna possibilità di riconquistare la penisola. Al tempo stesso, in questi anni la retorica nazionale dell’Ucraina invasa dalla Russia è stata fondata sulla protezione e sul recupero di tutto il territorio nazionale, compresa la Crimea.
L’Ucraina ormai da tempo ha accettato la possibilità di congelare il conflitto e di prendere atto dell’occupazione militare russa di parte del proprio territorio, come richiedono anche gli Stati Uniti di Trump. Ma questa accettazione sarebbe per gli ucraini temporanea, e manterrebbe viva la speranza di recuperare un giorno i propri confini. Sarebbe invece inaccettabile riconoscere formalmente che parte dell’Ucraina è diventata territorio russo.
Ci sono anche questioni legali che complicano i piani americani: la Costituzione ucraina, all’articolo 2, definisce i confini ucraini (che comprendono la Crimea) «indivisibili e inviolabili». Per modificare il territorio ucraino il parlamento dovrebbe approvare un referendum, che difficilmente avrebbe successo. È anche impossibile cambiare la Costituzione, perché la legge marziale in vigore a causa della guerra impedisce di modificarla.
C’è poi una questione un po’ più ampia, che riguarda il riconoscimento di un precedente: la Russia ha contese territoriali con vari altri paesi, come la Moldavia (la Russia sostiene la regione separatista filorussa della Transnistria) e la Georgia. Riconoscere la sovranità russa su un territorio occupato militarmente in maniera illegale potrebbe costituire un precedente di cui la Russia potrebbe avvalersi anche in altri casi.
La Crimea fu occupata dalla Russia con un’operazione militare sotto copertura, approfittando di un vuoto di potere in Ucraina: nell’inverno del 2014 a Kiev stavano finendo le proteste europeiste e antigovernative di Euromaidan, che avevano portato alla cacciata del governo filorusso di Viktor Yanukovich e alla formazione di un nuovo esecutivo. In quelle settimane, la Russia aveva cominciato a spostare militari in Crimea, approfittando nel fatto che aveva una base navale sulla penisola.

Gli “omini verdi” in Crimea all’inizio di marzo 2014: erano soldati russi (AP Photo/Darko Vojinovic)
Alla fine del febbraio 2014 gruppi di militari senza contrassegni sulla divisa, sostenuti da milizie filorusse locali, presero poco a poco il controllo di tutta la Crimea, assaltando la sede del governo locale, i posti di blocco al confine, le stazioni di polizia, quasi senza sparare. Questi militari venivano chiamati “omini verdi” e per anni la Russia sostenne che fossero forze locali di autodifesa. Tempo dopo Putin ammise che gli “omini verdi” erano soldati russi inviati per conquistare la Crimea.
In Crimea fu stabilito un governo autonomo fantoccio della Russia, poi la penisola fu formalmente annessa con un referendum ritenuto non valido dalla comunità internazionale.