L’azienda taiwanese di chip TSMC ha annunciato 100 miliardi di dollari di investimenti per costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti

(Annabelle Chih/Getty Images)
(Annabelle Chih/Getty Images)

Lunedì l’azienda taiwanese TSMC – Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, tra i più importanti produttori di chip al mondo – ha annunciato che nei prossimi quattro anni aumenterà di 100 miliardi di dollari i suoi investimenti negli Stati Uniti per costruire nuove fabbriche per la produzione destinata al mercato locale: gli impianti saranno in Arizona, con un investimento complessivo di 165 miliardi. L’annuncio è stato fatto dopo un incontro tra i rappresentanti dell’azienda e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha detto che così sarà evitata l’imposizione di dazi sui suoi chip destinati agli Stati Uniti: saranno prodotti «in fabbriche americane, con competenze americane e lavoro americano», ha detto in una conferenza stampa.

I chip – che sono una componente essenziale per tutti quei prodotti dotati di una parte elettronica, dalle auto agli smartphone – sono da tempo al centro di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con i primi che cercano di impedire l’avanzamento tecnologico cinese.

Da tempo i funzionari statunitensi erano preoccupati che il predominio di TSMC nell’industria dei chip avrebbe finito per creare un rischio per la sicurezza nazionale: temevano cioè che gli Stati Uniti potessero perdere l’accesso ai prodotti più avanzati, che sono costruiti a Taiwan, per via dell’atteggiamento aggressivo della Cina nei confronti di Taiwan. Taiwan è un paese di fatto indipendente da 75 anni, ma la Cina continua a considerarlo come una sua provincia ribelle, e periodicamente minaccia di invaderlo. Già durante il suo primo mandato l’amministrazione Trump aveva iniziato a fare pressioni su TSMC per costruire stabilimenti negli Stati Uniti.