• Mondo
  • Lunedì 3 febbraio 2025

Più di 300mila venezuelani rischiano di essere espulsi dagli Stati Uniti

Per via dell'intenzione di Trump di togliere loro la protezione temporanea di cui godono: lo ha scoperto il “New York Times”

Donald Trump alla Joint Base Andrews dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti, Washington, 2 febbraio 2025 (AP Photo/Ben Curtis)
Donald Trump alla Joint Base Andrews dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti, Washington, 2 febbraio 2025 (AP Photo/Ben Curtis)
Caricamento player

Il New York Times ha scritto di aver visionato un documento governativo non ancora reso pubblico in cui si dice che la nuova amministrazione di Donald Trump intende revocare lo status di protezione temporanea ai cittadini venezuelani che vivono negli Stati Uniti. La decisione coinvolge circa 350mila persone e le espone a un’espulsione che potrebbe avvenire nelle prossime settimane.

Il documento è firmato dalla segretaria alla Sicurezza nazionale Kristi L. Noem. Si dice che il Venezuela non soddisfa più le condizioni dei permessi di protezione temporanea (Temporary Protected Status, TPS) concessi nel 2023. I permessi di protezione temporanea consentono alle persone di rimanere negli Stati Uniti se non possono tornare in sicurezza nel loro paese d’origine a causa di conflitti armati in corso, disastri ambientali o altre condizioni straordinarie. Questo tipo di permesso protegge dunque dall’espulsione e permette alle persone di lavorare legalmente negli Stati Uniti. Poche ore prima della pubblicazione dell’articolo del New York Times Trump aveva affermato che il Venezuela – guidato dal presidente Nicolás Maduro che nel luglio del 2024 si era attribuito la vittoria delle elezioni nonostante documentati brogli – aveva accettato di accogliere gli immigrati venezuelani espulsi dagli USA.

L’amministrazione di Biden, citando la povertà, la crisi economica e quella politica in corso in Venezuela, aveva esteso di ulteriori 18 mesi le protezioni ai cittadini venezuelani che le avevano ottenute nel 2023 e dunque fino all’autunno del 2026. La nuova amministrazione guidata da Trump, nell’annullare quella decisione, ha sostenuto, sempre secondo il documento citato dal New York Times, che nel paese ci sono stati «notevoli miglioramenti in diversi settori come l’economia, la salute pubblica e la criminalità». Si aggiunge anche che è contrario all’interesse nazionale consentire ai cittadini venezuelani di rimanere temporaneamente negli Stati Uniti. E questo significa che 60 giorni dopo l’ufficializzazione della decisione i cittadini venezuelani che hanno ricevuto protezione temporanea nel 2023 la perderanno.

I venezuelani sono il gruppo più numeroso che negli Stati Uniti ha ottenuto lo status di protezione temporanea. Abby Maxman, presidente e amministratrice delegata di Oxfam America, confederazione internazionale di organizzazioni che si dedicano alla riduzione della povertà nel mondo, ha dichiarato che i beneficiari del TPS sono già integrati negli Stati Uniti, che lavorano nel settore sanitario, edile e agricolo e che revocare la loro protezione «non è solo disumano, ma anche economicamente disastroso». Maxman ha poi definito la decisione di Trump «un attacco diretto alle famiglie e alle comunità che hanno cercato sicurezza e stabilità negli Stati Uniti».

La decisione, secondo il New York Times, dimostra come Trump abbia intenzione di continuare il programma iniziato durante il suo primo mandato, quando cercò di porre fine allo status di protezione temporanea per i migranti provenienti da Sudan, El Salvador e Haiti, tra gli altri. All’epoca, però, Trump fu ostacolato dalle corti federali, che sollevarono obiezioni sul modo in cui il presidente aveva annullato le protezioni.

Trump aveva fatto dell’immigrazione uno dei temi principali della propria campagna elettorale, e tra le decine di ordini esecutivi che il nuovo presidente aveva firmato nel giorno del suo insediamento alcuni dei più importanti riguardavano proprio l’immigrazione.

– Leggi anche: Contro l’immigrazione Trump sarà ancora più duro