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  • Mercoledì 22 gennaio 2025

In Brasile nel 2024 è bruciata una superficie più grande dell’Italia

Molto più che nel 2023, ed è un problema per tutti

Una foresta che brucia in Brasile
Un incendio forestale vicino all'autostrada BR-319 nello stato di Amazonas, in Brasile, l'8 settembre 2024 (REUTERS/Bruno Kelly)
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Nel 2024 gli incendi di vegetazione in Brasile hanno bruciato una superficie maggiore di quella dell’Italia, più di 308mila chilometri quadrati. Dopo che nel 2023 era diminuita, la deforestazione è tornata ad aumentare: tra un anno e l’altro la superficie di vegetazione bruciata è aumentata del 79 per cento. Questi dati sono stati diffusi da MapBiomas, una piattaforma di monitoraggio ambientale in cui collaborano ong ambientaliste, università e aziende tecnologiche. Gli incendi dell’ultimo anno sono stati favoriti dalla grave siccità che ha interessato l’Amazzonia, iniziata due anni fa, ma la causa principale della distruzione della foresta sono le iniziative di allevatori e agricoltori interessati ad aumentare illegalmente i terreni su cui lavorano.

Il problema degli incendi boschivi in Brasile e negli altri paesi su cui si estende l’Amazzonia esiste da decenni. Le sue conseguenze non riguardano solo il Sudamerica, ma tutto il pianeta, perché la foresta è un fondamentale “serbatoio di carbonio”: i suoi alberi assorbono dall’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica (CO2), il principale gas serra, e per questo contribuiscono a contenere il cambiamento climatico.

Da quando MapBiomas raccoglie i dati sulla superficie bruciata, ovvero dal 2019, non era mai stata distrutta una superficie così grande nel paese a causa degli incendi. Solo considerando le foreste – nella vegetazione sono considerati i terreni coperti da praterie – sono bruciati 85mila chilometri quadrati; nel 2023 erano stati 22mila.

L’attuale presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha definito la protezione dell’Amazzonia una priorità del proprio governo, anche in opposizione alle politiche del suo predecessore Jair Bolsonaro, che aveva ridotto le sanzioni contro il disboscamento illegale e diminuito le iniziative di contrasto alla deforestazione. A settembre però Lula ha detto che il paese non è del tutto preparato a contrastare la quantità di incendi nella foresta, che proprio in quel mese sono stati particolarmente numerosi ed estesi.

Il governo di Lula peraltro si sta preparando a ospitare la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico di quest’anno, la COP30, che dovrebbe svolgersi proprio in Amazzonia, a Belém, a novembre.

– Leggi anche: Esiste un punto di non ritorno per l’Amazzonia?