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  • Lunedì 20 gennaio 2025

Nel primo giorno da presidente Donald Trump farà molte cose

Ha annunciato «quasi cento» ordini esecutivi: un numero molto inusuale, con impatti immediati su immigrazione, trivellazioni e dipendenti pubblici

Dolci con un'immagine commestibile di Trump in una pasticceria di Freinsheim, in Germania, da dove vengono gli avi del presidente statunitense (REUTERS/Timm Reichert)
Dolci con un'immagine commestibile di Trump in una pasticceria di Freinsheim, in Germania, da dove vengono gli avi del presidente statunitense (REUTERS/Timm Reichert)
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La prima giornata del secondo mandato da presidente di Donald Trump non sarà solamente dedicata alla lunga e articolata cerimonia di insediamento: Trump ha promesso di firmare «decine di ordini esecutivi, quasi cento», sin dalle prime ore, per cancellare molte delle politiche del suo predecessore, Joe Biden, e per dare un immediato indirizzo alla sua presidenza. Durante la campagna elettorale aveva fatto riferimento spesso al primo giorno e alle prime ore dopo l’insediamento, con l’obiettivo di enfatizzare le molte promesse elettorali e di assicurare prontezza e risolutezza. In un’intervista del dicembre 2023 aveva risposto a una domanda su una possibile svolta autoritaria: «No, no, non sarò un dittatore, con l’eccezione del primo giorno dopo l’elezione».

Le decisioni operative saranno quindi molte. Gli ordini esecutivi riguarderanno l’immigrazione, cancelleranno piani a difesa delle minoranze e limitazioni alle perforazioni petrolifere e di gas naturale, ma cambieranno anche i contratti di parte dei dipendenti pubblici e concederanno la grazia alle persone condannate o indagate per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

I presidenti statunitensi amano cominciare il loro mandato firmando ordini esecutivi, che mettano subito in pratica alcune delle loro politiche: il numero atteso per oggi è però decisamente inusuale. Nel 2017 Donald Trump ne firmò uno solo nel suo primo giorno (un tentativo di limitare e togliere fondi alla riforma sanitaria di Barack Obama, l’Affordable Care Act), nel 2021 Joe Biden nove il primo giorno e 42 nei primi cento giorni, contro i 33 di Trump nello stesso periodo temporale di quattro anni prima.

Donald Trump scende dall’aereo presidenziale (AP Photo/Alex Brandon)

Gli ordini esecutivi permettono di evitare dibattiti e lunghi iter legislativi al Congresso e sono immediatamente effettivi, ma hanno limiti legati all’urgenza e sono soggetti a ricorsi legali. È probabile che molti di quelli promossi da Trump verranno contestati da politici Democratici e associazioni di ispirazione progressista nei tribunali statali e federali, che possono bloccarli.

Domenica il vicecapo di gabinetto della nuova amministrazione Stephen Miller ha informato il gruppo di esponenti più influenti del partito Repubblicano sugli ordini esecutivi che verranno annunciati e firmati lunedì: molti media statunitensi hanno quindi raccolto informazioni piuttosto circostanziate, parlando con fonti rimaste anonime, ma presenti alla riunione.

Riguardo all’immigrazione, Trump dichiarerà lo stato di emergenza al confine meridionale col Messico, potendo così accedere a fondi destinati alla difesa e utilizzare militari per costruire nuove strutture per controllare il confine; dichiarerà lo stato di emergenza sanitaria, che gli permetterà di bloccare totalmente gli ingressi come in periodo di pandemia; ristabilirà la misura definita “Remain in Mexico”, che impone ai migranti di attendere l’analisi della loro richiesta di asilo in Messico (era già stata introdotta nel 2017 e cancellata da Biden nel 2021); autorizzerà incarcerazioni ed espulsioni dei migranti già presenti in territorio statunitense in modo illegale, una misura al centro di molti annunci durante la campagna elettorale, definita «il più grande piano di espulsioni della storia degli Stati Uniti». Inserirà anche i cartelli dei narcotrafficanti messicani nell’elenco delle «organizzazioni terroristiche straniere».

Donald Trump con i Village People al comizio di domenica a Washington (AP Photo/Evan Vucci)

Nel 2021 molti dei primi atti di Biden avevano l’obiettivo di cancellare politiche dell’amministrazione Trump (una delle prime fu il divieto di ingresso nel paese dei cittadini provenienti da alcuni paesi a maggioranza islamica, noto come Muslim ban). Trump farà lo stesso con alcune decisioni di Biden e cercherà di riproporne alcune del suo primo mandato cancellate dall’amministrazione Democratica.

Alcuni degli ordini esecutivi cancelleranno regolamenti introdotti negli ultimi anni per favorire politiche di inclusione e protezione delle minoranze e delle persone transgender nelle agenzie federali. Altri hanno come obiettivo ridurre o eliminare gli incentivi verso la transizione ecologica e le energie rinnovabili e rendere più facile le perforazioni alla ricerca di fonti fossili e gas naturali, anche espandendo le aree in cui sono permesse nell’Arctic National Wildlife Refuge, in Alaska (oggetto di una delle ultime misure di Biden).

Trump riproporrà anche l’ordine esecutivo già firmato durante il primo mandato (e cancellato da Biden), che istituisce una nuova categoria di dipendenti statali, con meno protezioni legali e quindi più facilmente licenziabili. Il progetto è di trasferire anche molti dei dipendenti attuali nella nuova categoria (Schedule F), che dovrebbe rendere più semplici anche le assunzioni «sulla base del merito». Trump in campagna elettorale l’ha definita una battaglia contro il “deep state”, cioè quel coordinamento nascosto di funzionari e burocrati che secondo i complottisti trumpiani lo avrebbe ostacolato durante il primo mandato.

Nelle prime ore da presidente sono attese anche misure di clemenza per tutte le persone coinvolte nell’assalto al Congresso di quattro anni fa, che Trump ha più volte definito come «ostaggi». Potrebbero anche essere rese pubbliche informazioni ancora “riservate” (o “classificate”, come si dice spesso in Italia) sugli omicidi di John Fitzgerald Kennedy, Robert Kennedy e Martin Luther King.

– Leggi anche: Gli assalitori del Congresso ora si considerano “prigionieri politici”

Non ci sono invece indicazioni chiare sull’introduzione di dazi sui prodotti provenienti dal Messico e dal Canada: potrebbero essere decisi subito definendo una «emergenza nazionale» il deficit negli scambi commerciali (cioè un valore maggiore delle importazioni rispetto alle esportazioni), ma questo potrebbe non avvenire il primo giorno.