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  • Lunedì 20 gennaio 2025

Almeno 80 persone sono state uccise in Colombia in seguito a scontri tra bande armate

Altre decine sono state rapite e migliaia sono sfollate, in uno dei peggiori episodi di violenza degli ultimi anni

Persone sfollate a causa delle violenze a Cúcuta, Colombia, domenica 19 gennaio 2025 (AP Photo/Fernando Vergara)
Persone sfollate a causa delle violenze a Cúcuta, Colombia, domenica 19 gennaio 2025 (AP Photo/Fernando Vergara)
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Almeno 80 persone sono state uccise negli ultimi giorni nella regione del Catatumbo, nel nord-est della Colombia, in uno dei peggiori episodi di violenza fra gruppi armati del paese degli ultimi anni. Le violenze sono cominciate giovedì quando il presidente della Colombia Gustavo Petro ha sospeso i colloqui di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), il più antico e importante gruppo armato di sinistra ancora attivo nel paese, accusandolo di aver ucciso cinque ex membri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), un altro importante gruppo armato scioltosi nel 2016 dopo un accordo di pace, ma i cui membri dissidenti si sono ricomposti in fazioni più piccole.

Giovedì le violenze sono iniziate fra l’ELN e i gruppi dissidenti delle FARC, fra cui vigeva una fragile tregua: le due fazioni si contendono da tempo il controllo del Catatumbo, uno dei maggiori centri di produzione di cocaina del paese, al confine con il Venezuela. Dopo poco però alcuni membri dell’ELN si sono diretti verso i centri abitati e hanno iniziato a uccidere e rapire civili, fra cui diversi esponenti delle comunità e sette firmatari degli accordi di pace.

Il governatore del Norte de Santander, il dipartimento di cui fa parte Catatumbo, ha detto che come conseguenza 8mila persone sono al momento sfollate e che il numero dei morti potrebbe essere maggiore. Il governo ha inviato alla comunità aiuti umanitari, fra cui principalmente cibo e prodotti di igiene. La popolazione è per ora rifugiata nelle scuole e negli stadi, in attesa della fine degli scontri.

Episodi di questo tipo erano diventati più rari nella regione da quando Gustavo Petro, il primo presidente di sinistra del paese, si era insediato nel 2022 promettendo di portare la pace cercando di mediare con i gruppi armati del paese, in particolare l’ELN, invece che cercare di reprimerlo con l’esercito. L’Esercito di Liberazione Nazionale è un gruppo di guerriglieri marxisti-leninisti con circa 3.500 membri: fondato negli anni Sessanta da sindacalisti e universitari, è considerato il più grande dei gruppi armati di sinistra ancora attivi in Colombia ed è accusato di finanziarsi tramite rapimenti, operazioni minerarie illegali e traffico di stupefacenti.

Pochi anni prima, nel 2016, un accordo di pace con le FARC aveva formalmente messo fine a una guerra civile che durava da più di 50 anni e durante la quale erano state uccise più di 450mila persone.

I colloqui di pace fra Petro e l’ELN però non hanno finora portato grandi risultati, al punto che il governo li aveva già sospesi lo scorso settembre in seguito a un attacco da parte dell’ELN contro alcuni soldati dell’esercito colombiano. Il controllo della regione di Catatumbo e il riconoscimento del gruppo come organizzazione politica ribelle sono due punti cruciali dei colloqui di pace.