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  • Giovedì 10 ottobre 2024

Il dipendente di Intesa Sanpaolo accusato di spiare i conti correnti di molti politici

Avrebbe violato i dati della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di alcuni ministri, non si sa per quale motivo: la procura di Bari ha aperto un'inchiesta

Il ministro della Difesa Guido Crosetto e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il ministro della Difesa Guido Crosetto e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni (Mauro Scrobogna / LaPresse)
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La procura di Bari ha aperto un’inchiesta sulla presunta violazione di dati bancari di migliaia di persone, tra cui politici e personaggi noti, da parte di un dipendente della filiale di banca Intesa Sanpaolo di Bitonto, in provincia di Bari. La notizia è stata diffusa da Domani, secondo cui l’uomo sarebbe stato responsabile di oltre 7mila accessi abusivi tra il febbraio del 2022 e l’aprile del 2024, quando sarebbe stato scoperto. Il dipendente è stato licenziato lo scorso 8 agosto al termine di un procedimento disciplinare.

L’uomo avrebbe violato i dati dei conti correnti di diversi politici tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, che guida la segreteria politica di Fratelli d’Italia, i ministri Daniela Santanché e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, ma anche l’ex compagno di Meloni Andrea Giambruno e il procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo. Tra gli altri sarebbero stati violati i dati di alcuni presidenti di Regione come Luca Zaia del Veneto e Michele Emiliano della Puglia, oltre a quelli di procuratori della Repubblica, ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Queste violazioni consistono nel controllo di tutti i movimenti dei conti correnti e dell’importo dei depositi.

I magistrati hanno iniziato a indagare in seguito a una denuncia presentata da un correntista della filiale di Bitonto, a cui la stessa banca aveva segnalato un numero anomalo di accessi al suo conto corrente. Una volta avviate le indagini, i carabinieri sono riusciti a risalire al presunto autore degli accessi e a scoprire un sistema di violazioni molto esteso, che non riguardava solo alcuni correntisti della filiale pugliese.

Non si sa ancora cosa avrebbe spinto il dipendente a fare gli accessi, se la curiosità o altri motivi. In alcuni casi simili i giornali parlano di “dossieraggio”, un termine utilizzato in riferimento a una raccolta di informazioni riservate fatta su commissione e a fini ricattatori. In questo caso però non sembrano esserci elementi riconducibili a un possibile ricatto.

Negli ultimi mesi la sicurezza di dati e documenti riservati dei politici è stata al centro di un’altra inchiesta aperta dalla procura di Perugia. Sono indagati un sottufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, un ex sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia, Antonio Laudati, e anche un dipendente dell’AISE (Agenzia informazione e sicurezza esterna), cioè i servizi segreti per l’estero. Sono ritenuti responsabili di accessi illeciti a banche dati per ottenere informazioni compromettenti su esponenti politici, imprenditori, personaggi dello spettacolo e dello sport. Si parla di oltre 7mila accessi a varie banche dati, con 33.528 file scaricati. Anche in questo caso buona parte dell’inchiesta si sta concentrando sui motivi che hanno spinto questi funzionari a fare i presunti accessi illeciti.

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