I poliziotti arrestati per violenze e torture nella questura di Verona

Cinque agenti e un ispettore sono stati messi agli arresti domiciliari con l'accusa di aver picchiato alcune persone in loro custodia

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
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Martedì mattina cinque poliziotti in servizio alla questura di Verona (un ispettore e quattro agenti) sono stati messi agli arresti domiciliari in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare della giudice per le indagini preliminari (gip) del tribunale di Verona, Livia Magri. Gli arrestati sono accusati di atti di violenza e torture commesse nei confronti di persone che avevano fermato legittimamente e che erano in custodia in questura: le presunte violenze sono emerse da un’indagine di altri poliziotti, quelli della squadra mobile di Verona, su delega della procura. Sarebbero avvenute in un periodo compreso tra il luglio del 2022 e il marzo del 2023.

I reati contestati sono tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. Il questore di Verona ha deciso anche di rimuovere dai loro incarichi una ventina di altri poliziotti, che secondo le indagini non avrebbero preso parte materialmente alle violenze ma ne sarebbero stati a conoscenza e non avrebbero fatto nulla per impedirle o denunciarle.

Nell’ordinanza di custodia cautelare si spiega che le indagini sui poliziotti erano iniziate grazie a un’intercettazione telefonica compiuta per un altro caso. In una delle intercettazioni si sente un agente vantarsi di aver «messo al suo posto» una persona fermata dandogli due schiaffi. In tutto dall’indagine sono emersi sette presunti casi di violenza e tortura commessi fino allo scorso marzo.

In uno di questi i due poliziotti avrebbero prima picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, poi l’avrebbero costretta a urinare per terra e in seguito trascinata sulla propria urina «impiegandolo come uno straccio per pulire il pavimento». In un altro caso a una persona fermata sarebbe stato spruzzato dello spray al peperoncino sui genitali.

Infine secondo la gip Magri le torture e le violenze dei cinque poliziotti sarebbero state di stampo razzista: «I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti “deboli”», scrive la gip nell’ordinanza.

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