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  • Martedì 6 giugno 2023

La testimonianza del principe Harry contro i tabloid britannici

Erano 132 anni che un principe della famiglia reale britannica non si presentava in tribunale

Il principe Harry arriva in tribunale a Londra martedì mattina
Il principe Harry arriva in tribunale a Londra martedì mattina (Leon Neal/ Getty Images)
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Martedì il principe Harry del Regno Unito si è presentato in tribunale a Londra per testimoniare nell’ambito della causa che ha intentato contro il gruppo editoriale britannico Mirror Group Newspapers (MGN), che controlla diversi tabloid. Harry ha da sempre un rapporto conflittuale con i media britannici, soprattutto per il modo invasivo e spregiudicato con cui ritiene abbiano trattato lui e la sua famiglia. In particolare sostiene che tra il 1996 e il 2009 i giornalisti di alcuni tabloid del gruppo, tra cui il Daily Mirror, il Sunday Mirror e The People, abbiano intercettato in maniera illegale il suo telefono per ottenere i suoi messaggi vocali e abbiano usato altri metodi illeciti per scoprire informazioni riservate sul suo conto.

Harry è il primo membro della famiglia reale britannica di così alto livello a testimoniare in tribunale da 132 anni a questa parte: l’ultima volta era accaduto a un altro principe nel 1891.

Harry è arrivato in tribunale poco dopo le 9:30 del mattino (le 10:30 in Italia), dove è stato accolto da numerosi giornalisti e fotografi. Ha cominciato a testimoniare circa due ore dopo, quando è stato letto un suo commento scritto ed è stato interrogato da Andrew Green, l’avvocato che rappresenta il gruppo editoriale. Dopo aver giurato, ha detto di aver «sperimentato l’ostilità della stampa fin dal momento in cui [è] nato», un fatto di cui si era già lamentato varie volte in passato.

Il processo si incentra su 33 dei circa 140 articoli pubblicati sui giornali controllati dal Mirror Group che a suo dire contengono informazioni che sarebbero state ottenute con metodi illeciti. Parlando in tribunale, Harry ha detto che ciascuno di questi articoli gli «ha causato disagi» e che tutti hanno avuto «un ruolo importante – un ruolo distruttivo» durante la sua crescita, che è stata condizionata da una copertura mediatica che ha descritto come «incredibilmente invasiva».

In una dichiarazione scritta che è stata presentata agli atti, il principe dice di aver iniziato a sospettare che il suo telefono fosse stato intercettato in qualche modo quando aveva notato che sui tabloid comparivano sistematicamente articoli su di lui che spesso erano sbagliati, ma contenevano «frammenti di verità»: informazioni che per questo secondo lui «probabilmente» erano state ottenute con metodi illegali. «Questo ha creato una versione alternativa e distorta di me e della mia vita agli occhi del pubblico», dice il commento.

Harry spiega di aver avuto il primo telefono cellulare a fine anni Novanta, da adolescente, quando aveva cominciato a frequentare il prestigioso collegio di Eton: era un periodo in cui comunicava con amici e familiari soprattutto attraverso i messaggi di segreteria telefonica, visto che gli SMS non si usavano ancora in maniera così diffusa. In particolare, dice di ricordare che in più occasioni aveva ascoltato messaggi vocali che lui non aveva aperto prima, ma non venivano già più segnalati come “nuovi”. Racconta che inizialmente non ci aveva fatto troppo caso o aveva pensato che fossero dei problemi tecnici, visto che al tempo i cellulari erano relativamente nuovi. Poi però aveva iniziato a insospettirsi, racconta, anche perché in qualche caso le informazioni diffuse dai giornali erano troppo specifiche per poter essere state scoperte per caso.

In alcuni casi secondo lui i giornalisti avevano ottenuto informazioni riservate sul suo conto tramite investigatori privati o altri metodi, come nel caso di un articolo pubblicato nel 2000 sul Daily Mirror in cui si parlava di un suo pranzo con alcuni amici in un pub di Londra. In un articolo pubblicato l’anno successivo sul Sunday Mirror invece si citava un possibile infortunio alla schiena dovuto a una caduta mentre giocava a polo: una cosa di cui sostiene di non aver parlato nemmeno con i suoi compagni di scuola.

Uno degli articoli più importanti che secondo Harry contengono informazioni che sarebbero state rubate intercettando il suo telefono è quello pubblicato nel 2003 su The People, in cui veniva rivelato uno screzio tra lui e suo fratello, il principe William. L’articolo riguardava un litigio fra i due a proposito di Paul Burrell, l’ex maggiordomo di Diana Spencer, loro madre, che Harry descriveva con termini offensivi. Harry dice di aver effettivamente usato quei termini in un messaggio vocale lasciato al fratello.

Il principe spiega inoltre che per come la vede lui i tabloid britannici cercavano sistematicamente di sabotare ogni sua relazione, in modo da farlo risultare un personaggio più interessante e da vendere più copie. Sostiene che lo stesso tipo di dinamiche si verifichi anche oggi che è sposato con Meghan Markle.

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Il processo è iniziato lo scorso 10 maggio e si prevede che duri in totale circa 7 settimane. Finora stando ai documenti già depositati MGN ha ammesso che nel 2004 il Sunday People aveva ottenuto alcune informazioni sul conto di Harry grazie a un investigatore privato, ma non ha specificato quali siano e in quale articolo fossero comparse.

A ogni modo è la prima volta dal 1891 che un membro così in vista della famiglia reale britannica testimonia in tribunale. L’ultima volta era capitato al principe Alberto Edoardo, il figlio maggiore della regina Vittoria, che nel 1901 diventò re Edoardo VII e governò per i successivi nove anni, fino al 1910. A differenza di Harry Alberto Edoardo non fece causa a nessuno ma fu solo chiamato a testimoniare, in due diverse occasioni.

Nel 1870 testimoniò durante il processo per il divorzio di Harriet Mordaunt e del marito Charles, un membro del parlamento. Temendo di aver contratto la sifilide e che avrebbe potuto passarla alla loro figlia piccola, Harriet Mordaunt aveva confessato al marito di aver avuto una serie di amanti, tra cui il principe: così Charles Mordaunt chiese il divorzio. Alberto Edoardo negò tutto, Harriet Mordaunt fu dichiarata malata di mente dalla giuria e il caso venne chiuso (trascorse il resto della sua vita in un istituto psichiatrico).

Due decenni dopo, nel 1891, Alberto Edoardo testimoniò di nuovo in un caso di diffamazione che riguardava una partita di baccarà a cui era presente. Uno dei partecipanti era stato accusato di aver barato: il principe sostenne le posizioni dell’accusa e alla fine l’uomo fu condannato. Anche in quel caso comunque era piuttosto insolito che un membro così importante della famiglia reale testimoniasse in tribunale. In una lettera citata in un libro pubblicato nel 1899 il principe raccontò di essere stato profondamente infastidito dal fatto di essere stato coinvolto nel processo.

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